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FRANCIA, DIVELTA LAPIDE PER I 'GIUSTI' CHE SALVARONO EBREI
Dopo abbattimento ulivo per Halimi, torturato e ucciso nel 2006.
(ANSA) - PARIGI, 19 AGO - Una lapide in memoria dei 'Giusti', coloro che nascosero o salvarono ebrei in Francia durante la seconda guerra mondiale, spesso rischiando la vita, è stata divelta in un giardino di Villeurbanne, alla periferia di Lione, nel centro della Francia.
"L'unione di vigliaccheria e stupidità - ha commentato il sindaco socialista, Cédric Van Styvendael - deve preoccuparci e farci mobilitare". La lapide "era stata inaugurato solo qualche mese fa in omaggio ai 'Giusti' di Villeurbanne, che contribuirono a salvare ebrei a rischio della propria vita, dopo che il regime di Vichy (collaborazionista con i nazisti, ndr) aveva varato leggi antisemite".
L'episodio giunge a pochi giorni dall'abbattimento, ad Epinay-sur-Seine, vicino a Parigi, di un ulivo piantato in memoria di Ilan Halimi, un giovane ebreo torturato e ucciso nel 2006. Il Crif, Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, ha "condannato duramente" un fatto "non isolato". "Hanno distrutto l'albero piantato per Ilan Halimi - ha scritto il Crif in un comunicato - hanno profanato il muro con i nomi del Memoriale dell'Olocausto. Alcuni Comuni hanno rifiutato di accogliere cerimonie per la decorazione dei 'Giusti'. Oggi, sparisce una lapide. La logica è sempre la stessa: distruggere i simboli per minare la memoria".
FRANCIA: NO BIMBI ISRAELIANI, DIRETTORE RESORT RISCHIA 3 ANNI
(AGI/EFE) - Parigi, 22 ago. - La procura di Perpignan ha dichiarato che il gestore del resort Tyrovol nella città di Porte-Puymorens - vicino al confine con la Spagna e Andorra - senza precedenti penali, avrebbe commesso un reato punibile con una pena detentiva fino a tre anni. In particolare, è accusato di "discriminazione basata sulla religione nell'offerta di un bene o servizio", per aver rifiutato l'ingresso nella sua
struttura di un gruppo di ragazzi israeliani, di età compresa tra gli 8 e i 16 anni, in vacanza in Spagna, che aveva prenotato con largo anticipo.
Sulla sua pagina Facebook, Tyrovol ha dichiarato ieri che il parco era chiuso a causa delle forti tempeste che avevano colpito la zona il giorno prima, informando i suoi clienti che, di conseguenza, avrebbe "effettuato un'ispezione completa delle sue strutture".
La presidente del Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche di Francia (Crif) nella regione Linguadoca-Rossiglione, Perla Danan, ha espresso la sua indignazione per il comportamento del direttore del parco, che non ha esitato a definire "antisemita". "È stato superato un livello di antisemitismo estremamente allarmante", ha dichiarato in un'intervista all'emittente Bfmtv, aggiungendo che "ora ci aspettiamo una reazione molto ferma da parte dei tribunali".
AUSTRALIA: REVOCA VISTI A DIPLOMATICI PRESSO ANP, DA ISRAELE "REAZIONE INGIUSTIFICATA"
Canberra, 19 ago - (Agenzia_Nova) - La decisione del ministero degli Esteri di Israele di revocare i visti dei rappresentanti dell'Australia presso l'Autorità' nazionale palestinese (Anp) a Ramallah, in Cisgiordania, è "una reazione ingiustificata, in seguito alla decisione dell'Australia di riconoscere la Palestina". Lo dichiara la ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, in un comunicato. "In un momento in cui dialogo e diplomazia sono più che mai necessari, il governo Netanyahu sta isolando Israele e minando gli sforzi internazionali verso la pace e una soluzione a due Stati", afferma la rappresentante di Canberra. "Continueremo a collaborare con i nostri partner per dare impulso alla soluzione dei due Stati, al cessate il fuoco a Gaza e al rilascio degli ostaggi", aggiunge.
"L'Australia accoglie razze, religioni e opinioni diverse, unite dal rispetto reciproco per l'umanità' e per il diritto di ciascuno a vivere in pace. Tuteliamo le nostre comunità e proteggiamo tutti gli australiani dall'odio e dal male. Il governo australiano adotterà sempre misure decisive contro l'antisemitismo", si legge nella conclusione della nota.
Il ministro degli Esteri di Israele, Gideon Sa'ar, ha deciso ieri (18 agosto) di revocare i visti dei rappresentanti australiani presso l'Anp poche ore dopo che Canberra ha impedito a un legislatore israeliano di entrare nel Paese. Lo ha reso noto lo stesso Sa'ar in un messaggio su X, aggiungendo che l'ambasciatore australiano in Israele è stato informato della decisione.
"Ho incaricato l'ambasciata israeliana a Canberra di esaminare attentamente qualsiasi richiesta ufficiale di visto australiano per l'ingresso in Israele. Ciò fa seguito alla decisione dell'Australia di riconoscere uno 'Stato palestinese' e al rifiuto ingiustificato da parte dell'Australia di concedere il visto a diverse personalità israeliane, tra cui l'ex ministro Ayelet Shaked e il presidente della commissione Costituzione, Legge e Giustizia della Knesset, il parlamentare Simcha Rotman. Mentre l'antisemitismo imperversa in Australia, con manifestazioni di violenza contro gli ebrei e le istituzioni ebraiche, il governo australiano sceglie di alimentarlo con false accuse, come se la visita di personalità israeliane potesse turbare l'ordine pubblico e danneggiare la popolazione musulmana australiana. È vergognoso e inaccettabile", ha affermato il capo della diplomazia di Tel Aviv.
ISRAELE-AUSTRALIA: NETANYAHU, GOVERNO ALBANESE FACCIA DI PIU' CONTRO ANTISEMITISMO
Canberra, 21 ago - (Agenzia_Nova) - Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha esortato l'omologo australiano, Anthony Albanese, a fare di più per combattere lo "tsunami di antisemitismo" che ha "invaso" l'Australia dal 7 ottobre 2023, giorno dell'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Parlando all'emittente "Sky News Australia", Netanyahu ha accusato il governo australiano di aver aggravato le tensioni diplomatiche a causa dell'incapacità' di Albanese di dimostrare leadership e convinzione mentre "Israele combatte una guerra a nome della civiltà occidentale".
KELANY (FDI), 'SOLIDARIETA' A DIRETTORE TEMPO E GIORNALISTA PER MINACCE DOPO INCHIESTA'
Roma, 21 ago.(Adnkronos) - ''Solidarietà a Il Tempo, al suo direttore Cerno ed alla giornalista Giulia Sorrentino, per le minacce subite a causa della coraggiosa inchiesta portata avanti sui legami tra le sinistre italiane e personaggi vicini all'organizzazione terroristica di Hamas. Denunciamo da tempo le condotte irresponsabili di deputati 5 stelle e del Pd che in più occasioni hanno invitato alla camera ed hanno fatto missioni all'estero con soggetti pericolosi come Hannoun e Hijazi. Ricordiamo che questi due ''testimonial'' pro pal hanno in più occasioni manifestato vicinanza a Hamas ed hanno definito il movimento un legittimo movimento di resistenza, con molteplici post deliranti e discorsi minacciosi nei confronti di Israele e degli ebrei, addirittura ringraziando Dio per il pogrom del 7 ottobre''. Lo ha detto la deputata di Fratelli d'Italia Sara Kelany.
''L'inchiesta mette a nudo queste contiguità pericolose e racconta senza timore i fatti denunciati anche tramite le nostre interrogazioni parlamentari sul punto. Le minacce di querela provano che per taluni la libertà di stampa vale solo a fasi alterne. E mentre noi di Fratelli d'Italia continuiamo a chiedere a Conte cosa pensa delle iniziative dei suoi deputati, senza ricevere risposte, loro cercano di mettere il bavaglio alla stampa libera ed indipendente, solo perché sta togliendo da questi episodi un pesante velo, la cui trama è la propaganda e l'ordito è l'antisemitismo''.
L'UCEI, 'FIERA LEVANTE CI RIPENSI, COSÌ FAVORISCE L'ODIO’
'Se c'è filtro morale, allora sarebbe lunga la lista dei Paesi'.
(ANSA) - ROMA, 18 AGO - "Al presidente Frulli chiediamo di ripensare la sua scelta di escludere Israele dalla Fiera del Levante". Così in una nota la presidente dell'Ucei Noemi Di Segni. "Ci si può impegnare a favore della popolazione civile palestinese - aggiunge - con azioni di concreto supporto anziché intraprendere iniziative che aiutano solo a fare palpitare il cuore e favorire realmente chi promuove propaganda e campagne di odio. Se poi vige un filtro morale che porta a escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende ci aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e democrazia".
Di Segni suggerisce di impegnarsi in azioni di supporto di altro genere, "come stanno facendo numerosi enti e Paesi, tra cui l'Italia, e la stessa Israele. Il boicottaggio di Israele nel suo insieme - dice ancora - non solo non aiuterà i bambini di Gaza a recuperare infanzia e sogni perduti come li hanno persi quelli israeliani dopo il 7 ottobre, ma non aiuterà a fare emergere una loro classe dirigente, di ingegneri ed esportatori capaci di investire e vedere oltre l'economia gestita oggi da Hamas".
"Nell'immediato - prosegue la presidente - danneggia la stessa Puglia svuotando il territorio di una presenza che da anni opera nella Regione portando sviluppo, tecnologie innovative specialmente nel campo dell'agricoltura e trattamento delle acque con soluzioni di avanguardia, cosi come il turismo, la ricerca. E sono proprio aziende israeliane dei Kibbutz e città colpiti il 7 ottobre che credevano fermamente nella convivenza con i palestinesi e con loro hanno maturato modelli di sviluppo e trasferimento di know how e tecnologie ad essere colpite da questa decisione. Quelle che guardano ai legami con città e regioni gemellate per vicinanza climatica, in Italia e nella stessa vicina Gaza, che invece potrebbero aiutare quel 'giorno dopo' per una ricostruzione e recupero a favore della popolazione palestinese. Perché allora non invitare proprio queste aziende, università, entità esperte israeliane capaci di promuovere il bene anche di Gaza? Perché questa illogicità?".
"Se poi - sostiene poi - vige un filtro morale che porta a escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende, ci aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi in continenti diversi che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e democrazia. Anche tra quelli impegnati in guerre sanguinarie e nella persecuzione dei propri cittadini non c'è traccia nella linea politica adottata per questa importante Fiera.
Evidentemente - conclude - il mercante in Fiera ha mischiato molto bene le carte ed è rimasto solo l'azzardo e un certo tipo di interessi e sentimenti a guidare le scelte di un Ente pubblico che dovrebbe con senso di responsabilità saper concorrere a sviluppare relazioni generatrici di bene e sviluppo a livello locale".
A COMUNE SCANDICCI BANDIERA PALESTINA, PROTESTA AMICI ISRAELE
Polemica alle porte di Firenze.
(ANSA) - SCANDICCI (FIRENZE), 20 AGO - Il Comune di Scandicci (Firenze) ha esposto la bandiera della Palestina sulla terrazza dell'Auditorium "come segno di solidarietà e vicinanza al popolo palestinese - si legge in una nota dell'amministrazione - e come appello urgente per un cessate il fuoco immediato, per una pace giusta e duratura fondata sul riconoscimento reciproco e sul rispetto dei diritti di tutti".
Per la sindaca Claudia Sereni "è in corso un'azione di distruzione sistematica, che ha assunto i contorni di un vero e proprio genocidio programmato e organizzato", e dunque "condanniamo senza ambiguità ogni forma di terrorismo, così come ogni violazione dei diritti umani e del diritto internazionale.
Le azioni del governo israeliano guidato da Netanyahu stanno generando nel mondo un nuovo e pericolosissimo clima di odio, che finisce per colpire anche il popolo ebraico. Un nuovo vento di odio da cui prendiamo le distanze".
Critico Kishore Bombaci, presidente dell'Associazione Fiorentina Amici di Israele: "Quando il sindaco parla di 'genocidio organizzato e programmato' dice una cosa gravissima, oltre che lontana dal vero", ha dichiarato, sottolineando che "si vuol implicitamente imputare al Governo il pericoloso consumarsi di fenomeni, talvolta anche violenti, di antisemitismo. E questo non può essere accettato. Si tratta di una semplificazione imbarazzante che allontana la verità e la giustizia. Noi respingiamo al mittente questa tesi assurda che confonde le vittime (gli ebrei) con i carnefici (gli antisemiti)".
CORTE, LEGITTIMO VIETARE INGRESSO A BUCHENWALD CON LA KEFIAH
Il tribunale di Weimar ha respinto il ricorso di una visitatrice.
(ANSA) - BERLINO, 20 AGO - Il tribunale amministrativo di Weimar ha respinto il ricorso di una donna alla quale era stato vietato di visitare l'ex campo di concentramento di Buchenwald perché indossava una kefiah palestinese. La decisione era stata presa dalla fondazione che si occupa del sito in occasione delle iniziative per gli ottant'anni della liberazione di Buchenwald.
Secondo l'agenzia tedesca Dpa il tribunale ha ritenuto fondata la decisione della fondazione perché la kefiah "poteva mettere a repentaglio il senso di sicurezza di molti ebrei".
Inoltre, il tribunale ha tenuto conto del fatto che non si trattava di una esclusione rivolta contro una persona, ma "limitata alla circostanza di indossare un determinato oggetto".
Si tratta di una vicenda per la quale la stessa fondazione ha voluto fare chiarezza pubblicando lo scorso luglio una lunga nota sul proprio sito. Ai lavoratori impegnati nell'assistenza ai visitatori e nella sicurezza sono state fornite informazioni utili per capire quando e come intervenire per evitare che all'interno del sito siano realizzate attività di propaganda politica, in particolare delle destre estremiste ma non solo.
La fondazione ha commentato la sentenza chiarendo che non considera la kefiah, indossata anche da membri di gruppi filopalestinesi, come antisemita di per sé, decisiva è sempre la valutazione del contesto: esattamente quello che si legge nelle indicazioni predisposte per i lavoratori del sito.
GERMANIA: POLEMICHE PER POST ANTISEMITA ASSOCIAZIONE GIOVANILE DELLA SINISTRA
Francoforte (Germania), 19 ago. (LaPresse) - Un post antisemita pubblicato sull'account ufficiale X del Linksjugend Solid - l'ala giovanile ufficiale del partito politico Die Linke - di Francoforte ha suscitato indignazione. Il post, ora cancellato, riguardava un episodio in cui una compagnia aerea spagnola aveva cacciato dall'aereo un gruppo di studenti ebrei in visita. "Ci dispiace deludervi. Lo sfratto non è avvenuto mentre l'aereo era in volo", si leggeva sull'account del Linksjugend. In seguito alle massicce critiche, la Gioventù della Sinistra di Francoforte si è scusata e ha rimosso il post. Era stato scritto da un singolo individuo. L'individuo è stato sospeso e non è più membro della Gioventù della Sinistra di Francoforte, ha reso noto l'organizzazione. L'autore non è mai stato iscritto al partito. Il politico della Sinistra Dietmar Bartsch ha definito il post assolutamente inaccettabile e altamente sprezzante. "Bisogna usare tutti i mezzi possibili contro tali dichiarazioni, come è stato fatto a Francoforte", ha dichiarato Bartsch a Der Spiegel.