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CAPO IDF VISITA GAZA, CHIEDIAMO A TUTTI DI ARRUOLARSI

Roma, 27 ago. (LaPresse) - Il Capo di Stato Maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, ha visitato la Striscia di Gaza e, in un colloquio con i riservisti, ha sottolineato ancora una volta l'importanza di un'equa distribuzione del carico di lavoro. "Di fronte alle sfide in tutti gli ambiti, la sicurezza di Israele richiede la piena partecipazione di tutte le fasce della popolazione. Questo è un dovere civico e un comandamento nazionale. Invito tutti ad arruolarsi e a contribuire equamente: questa è la parola d'ordine del momento", le sue parole riportate da Ynet e riferite agli ebrei ultraortodossi.

 

ISRAELE: PELLEGRINAGGIO A UMAN, POLEMICHE SU VOLI E DISERTORI

(AGI) - Roma, 27 ago. - "Coloro che sono disertori, non possono volare, punto". Così ha risposto il ministro dell'Energia israeliano Eli Cohen ai giornalisti, intervenendo sul tema che da giorni provoca polemiche. A suscitare forte critiche è stata la recente decisione del governo di stanziare 10 milioni di shekel (2,6 milioni di euro) per finanziare infrastrutture e trasporti per gli ultraortodossi che si recheranno al pellegrinaggio annuale a Uman, in Ucraina, passando per la Moldavia.

A questa, si è aggiunta la questione dei disertori. Come ha sottolineato il leader del partito ultraortodosso sefardita Shas, Aryeh Deri, "a causa dell'assenza di una legge sulla coscrizione" - spina nel fianco della coalizione di governo e motivo di forte scontro con gli alleati haredi - "c'è il potenziale problema riguardante circa 10.000 giovani definiti renitenti alla leva che di solito si recano a Uman, il che potrebbe causare seri problemi in aeroporto". Il timore è che le autorità li arrestino allo scalo di Ben Gurion. Da qui, il suggerimento di autorizzare un 'quadro normativo' ad hoc per loro, in quanto viaggio religioso e non per svago. Su questo si e' inserito anche Yitzhak Goldknopf, leader del

partito ultraortodosso ashkenazita United Torah Judaism, che in una lettera al premier Benjamin Netanyahu ha chiesto lo stesso trattamento per coloro che voleranno a New York per Rosh Hashanah, il capodanno ebraico. "Anche per loro, questa è un'esperienza spirituale sublime e insostituibile, e dobbiamo garantire loro lo stesso diritto concesso agli altri", ha notato.

Il cospicuo finanziamento al pellegrinaggio e l'idea di lasciar volare i disertori ultraortodossi ha suscitato la dura reazione dell'opposizione, a cominciare dal leader di Yesh Atid, Yair Lapid, che in un tweet ha chiesto perché le tasse degli israeliani "dovrebbero finanziare voli per Uman". "Da quando in qua il governo finanzia voli all'estero per cittadini privati? E perché mai Deri chiede un piano che permetta ai renitenti alla leva di volare? L'unico posto in cui devono volare è la prigione", ha sottolineato.

 

CEI-UCEI-UCOII, COREIS, MOSCHEA ROM, 'TACCIANO LE ARMI,

STOP A PROPAGANDA NEFASTA'

Appello congiunto delle comunità religiose.

Roma, 29 ago. - (Adnkronos) - ''Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull'odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi''. È l'appello congiunto firmato dai leader delle comunità religiose italiane, diffuso oggi dalla Cei insieme a Ucei, Ucoii, Coreis e alla Moschea di Roma. Il documento nasce dalla ''improrogabile necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l'odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace''. Nel testo si denuncia la ''nefandezza di una propaganda che, sfruttando ingenuità e visceralità, ottenebra un discernimento sano e banalizza il senso profondo della nostra stessa umanità, inducendo a schierarsi l'uno contro l'altro, ma mai a favore del Bene''. L'appello si rivolge ai credenti e ai cittadini d'Italia: ''Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e

restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti''. A sottoscriverlo sono il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Yassine Lafram, presidente dell'Unione delle comunità islamiche d'Italia, Abu Bakr Moretta e Yahya Pallavicini per la Coreis, Naim Nasrollah per la Moschea di Roma.

 

CALCIO: LETTERA ELETTORI/ISCRITTI PD A DEM, 'ALLIBITI DA PROPOSTA PER SPORTIVI ISRAELE'

Roma, 27 ago. (Adnkronos) - "Alle/ai firmatarie/i dell'appello per escludere Israele dallo sport. Come elettori e/o iscritti al Pd siamo rimasti allibiti nel leggere la proposta di escludere atleti israeliani dalle competizioni sportive". Inizia così la lettera firmata: "La cosa - aggiungono gli elettori e iscritti al Partito democratico - si affianca a numerose istanze volte a promuovere il boicottaggio degli israeliani in quanto israeliani, l'ostracismo talora vistoso e irritante anche in campo culturale e accademico di istituzioni

israeliane. Ciò equivale a razzismo tout court. Sotto questo aspetto così come altri la critica a Israele è pericolosamente affine all'antisemitismo. Vi è spesso nella retorica corrente uno slittamento lessicale e filosofico nello stereotipo di vittime e carnefici. In

casi frequenti nelle accuse rivolte ad Israele di crimini di guerra o di genocidio - sui quali la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia stanno indagando - agisce anche una sorta di perverso meccanismo autoassolutorio : anche gli ebrei, vittime o eredi di vittime, sono persecutori. Governo, stato, popolo di Israele e anche ebrei del mondo intero sono la stessa cosa, un che di indistinto. Un meccanismo che abbiamo visto operare soprattutto intorno alla Giornata della Memoria negli ultimi due anni, ma che ricorre vistosamente in articoli, sondaggi d'opinione, manifestazioni pubbliche".

"La storia della Palestina è quella di una terra soggetta al colonialismo turco-ottomano prima e britannico dopo la Prima guerra mondiale, contesa da oltre un secolo da due movimenti nazionali, quello ebraico e quello arabo, attanagliati in un doloroso conflitto,

spinti da un legittimo anelito all'autodeterminazione. Il sionismo nacque alla fine dell'Ottocento con l'intento di rimuovere l'eccezionalità della condizione ebraica, assicurando agli ebrei un luogo di rifugio e la normalità dello 'stato-nazione'. Il diritto di

Israele a una legittima esistenza è ancora oggi in dubbio. Non soltanto nella barbarie omicida di Hamas, ma anche in coloro che inneggiano a una Palestina libera e integra 'dal fiume al mare', negando così il diritto degli ebrei all'autodeterminazione e il principio di spartizione di quella terra contesa in 'due Stati per due popoli'", concludono.

 

SPAGNA E 5 PAESI CHIEDONO LA FINE OPERAZIONI DI ISRAELE A GAZA

Dichiarazione congiunta condanna ultima offensiva sulla Striscia.

(ANSA) - MADRID, 29 AGO - I ministri degli Esteri di Slovenia, Spagna, Irlanda, Islanda, Lussemburgo e Norvegia in una dichiarazione congiunta condannano fermamente l'ultima offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e chiedono al governo di Israele di "riconsiderare la sua decisione e di cessare le operazioni" militari.

I sei Paesi sottolineano che l'escalation mette a rischio la vita degli ostaggi e causa la morte di civili palestinesi innocenti. E denunciano lo sfollamento forzato della popolazione come "violazione flagrante del diritto internazionale".

Il comunicato esprime orrore per la carestia confermata nella regione di Gaza e la distruzione delle infrastrutture civili, comprese quelle usate come rifugio per la popolazione sfollata.

I ministri esortano Israele a rispettare i suoi obblighi umanitari, consentendo alle agenzie dell'Onu e alle Ong di operare liberamente per fornire aiuti su larga scala.

Viene inoltre condannata l'espansione degli insediamenti in Cisgiordania, considerata illegale, e le violenze dei coloni che "sembrano agire con totale impunità". La dichiarazione denuncia inoltre che le operazioni in corso a Gaza e in Cisgiordania "rappresentano un grave ostacolo per l'applicazione della soluzione dei due Stati", indicata come " l'unica via per una pace duratura".

La comunità internazionale, si legge nel comunicato, non resterà in silenzio di fronte alle violazioni dei diritti umani, e continuerà a lavorare per la pace, sostenendo gli sforzi di

mediazione e chiedendo un cessate il fuoco permanente, la liberazione degli ostaggi e l'accesso immediato degli aiuti umanitari a Gaza.

 

BRASILE: NO A NOMINA GALI DAGAN COME AMBASCIATORE ISRAELE

ˇRelazioni tra Paese sudamericano e stato ebraico ai minimi storici.

Roma, 25 ago. (askanews) - Il Brasile si è rifiutato di approvare la nomina di Gali Dagan, ex ambasciatore israeliano in Colombia, come nuovo rappresentante diplomatico in Brasile, lasciando vacante la posizione. Lo hanno riportato i media dello stato ebraico.

Si tratta di un nuovo minimo nelle relazioni con il Paese sudamericano, il cui presidente, Luiz Inacio Lula da Silva, lo scorso anno ha accusato Gerusalemme di "genocidio" per la guerra a Gaza, affermando che l'unico equivalente storico è stato "quando (Adolf) Hitler decise di uccidere gli ebrei".

Lo scorso anno il Brasile ha richiamato il suo ambasciatore in Israele e non ha nominato un nuovo inviato.

 

BEVERLY HILLS ESPORRÀ LA BANDIERA ISRAELIANA NELLE SCUOLE

Polemiche per misure contro "antisemitismo" in istituti pubblici.

(ANSA) - LOS ANGELES, 27 AGO - Polemica servita a Beverly Hills: le scuole pubbliche del ricco comune della contea di Los Angeles esporranno la bandiera di Israele. Dopo settimane di discussioni, il consiglio scolastico ha approvato a maggioranza (3 a 2) una risoluzione che prevede l'esposizione del vessillo israeliano in tutti i campus e le strutture del distretto durante il mese di maggio, dedicato a "l'eredità ebraica".

La decisione rientra in un pacchetto di iniziative per contrastare l'antisemitismo: le scuole ricorderanno la Shoah il 27 gennaio e nella festività dello Yom HaShoah, e l'attacco di

Hamas ogni 7 ottobre.