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MEDIA, SAREBBE IN ARGENTINA UN QUADRO RUBATO DAI NAZISTI
L'opera apparteneva al mercante d'arte Jacques Goudstikker (ANSA) - BERLINO, 29 AGO - Il dipinto "Ritratto di una dama" del pittore italiano Giuseppe Ghislandi sarebbe stato ritrovato in Argentina: l'opera era scomparsa alla fine della Seconda guerra mondiale ed era stata rubata dai nazisti al mercante d'arte ebreo olandese Jacques Goudstikker. Lo riporta il quotidiano tedesco Bild Zeitung e quello olandese Algemeen Dagblad.
Singolare la circostanza del ritrovamento: il quadro sarebbe apparso in una fotografia di un annuncio per la vendita di una casa a Mar del Plata. L'immobile appartiene alle figlie di un ufficiale delle SS, Friedrich Kadgien, morto nel 1978, che era stato uno stretto collaboratore di Herman Goering che obbligò la vedova Goudstikker a cedergli la collezione del marito.
In seguito a una segnalazione dell'Interpol la polizia argentina ha perquisito la casa dopo la pubblicazione dell'annuncio immobiliare, ma il ritratto non era più appeso alla parete. Dopo la perquisizione, una delle sorelle è apparsa disorientata, ripeteva di non sapere di quale quadro stessero parlando. Nei suoi confronti è stata avviata un'indagine. La polizia ha, però, ritrovato altre 25 opere d'arte di artisti italiani e tedeschi: secondo gli inquirenti anche questi potrebbero essere opere d'arte saccheggiate durante la Seconda guerra mondiale. Per decenni, l'ottantunenne Marei von Saher, nuora del mercante d'arte Jaques Goudstikkers e unica erede, ha cercato di ritrovare alcuni dei dipinti rubati e perduti.
ARGENTINA: BLITZ PER "RITRATTO DI DAMA", DIPINTO DI FRA GALGARIO TRAFUGATO DAI NAZISTI
Buenos Aires, 28 ago - (Agenzia_Nova) - Le autorità dell'Argentina si sono mobilitate alla ricerca di un ritratto femminile del XVIII secolo, opera del pittore italiano Giuseppe Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario, trafugato 80 anni fa dal collezionista ebreo Jacques
Goudstikker da un ufficiale nazista in fuga. Il dipinto, intitolato "Ritratto di dama" e raffigurante la contessa Colleoni, è riemerso di recente in un annuncio immobiliare in Argentina, ma non è stato rinvenuto durante una perquisizione condotta nei giorni scorsi. Lo ha reso noto ieri, 27 agosto, la procura di Buenos Aires. Secondo quanto riferito, la polizia ha agito su allerta dell'Interpol effettuando martedì 26 agosto una perquisizione in una villa sul mare a sud della capitale, legata ai discendenti dell'ufficiale nazista Friedrich Kadgien, che dopo la Seconda guerra mondiale si stabilì in Argentina portando con sé beni sottratti a famiglie ebree. Nel corso del blitz, gli agenti hanno trovato documenti e stampe tedesche risalenti agli anni Quaranta, ma non il quadro oggetto delle indagini. "Il dipinto non c'è. Sono stati sequestrati soltanto un fucile e un revolver calibro 32", ha dichiarato un portavoce della procura alla stampa locale.
La vicenda è emersa dopo che un quotidiano olandese ha individuato l'opera in una fotografia pubblicata su un annuncio di vendita immobiliare a Mar del Plata, dove il dipinto sembrava appeso sopra un divano di velluto.
Gli studiosi Annelies Kool e Perry Schrier, dell'Agenzia per il patrimonio culturale dei Paesi Bassi, hanno affermato che "sebbene non sia stato possibile esaminare fisicamente la tela né verificarne il retro, è ragionevole ritenere che si tratti del 'Ritratto di dama' di Fra Galgario".
Il collezionista olandese Jacques Goudstikker possedeva una delle più grandi raccolte d'arte private d'Europa, composta di oltre mille opere, che dopo la sua morte fu confiscata e divisa dai funzionari nazisti.
L'ufficiale Friedrich Kadgien prese possesso del dipinto in questione prima di rifugiarsi in Argentina, Paese che negli anni successivi alla guerra accolse numerosi ex gerarchi nazisti e con loro opere d'arte, sculture, mobili, oggetti in oro e depositi bancari sottratti alle famiglie ebree perseguitate.
ARTE: COLLEZIONISTA FA CAUSA A CHRISTIE'S, 'RIVELI DOVE SONO LE OPERE TRAFUGATE DA NAZISTI'
Reclama di conoscere la posizione di alcune opere di Egon Schiele.
New York, 22 ago. - (Adnkronos) - Un nuovo capitolo si apre nella lunga battaglia per la restituzione delle opere d'arte rubate durante l'Olocausto. Milos Vavra, discendente ebreo diretto di Fritz Grünbaum - collezionista e artista viennese deportato e ucciso a Dachau nel 1941 - ha presentato un'azione legale contro la casa d'aste Christie's, accusandola di occultare informazioni cruciali su importanti dipinti di Egon Schiele che un tempo facevano parte della collezione Grünbaum.
Nel documento depositato il 7 agosto presso la Corte Suprema di New York, Vavra chiede che Christie's riveli l'identità dei proprietari e la posizione attuale delle opere, che potrebbero essere oggetto di un accordo di riservatezza con una "famiglia in Svizzera". Secondo Vavra, la divulgazione è urgente poiché il termine previsto dall'Hear Act (Holocaust Expropriated Art Recovery Act), che consente ai discendenti delle vittime di presentare reclami, scadrà nel 2026.
L'azione legale si basa su recenti scambi email tra gli avvocati di Vavra e rappresentanti di Christie's, in cui si menzionano tre opere di Schiele appartenenti alla collezione trafugata. Due di esse, secondo gli esperti interni della casa d'aste, sarebbero tra le più importanti mai viste del maestro espressionista austriaco.
Vavra, che in passato ha già ricevuto il 50% del ricavato dalla vendita di opere restituite della collezione Grünbaum, vuole evitare che ulteriori pezzi finiscano sul mercato senza il dovuto riconoscimento storico e legale. "Mentre era imprigionato, la collezione Grünbaum fu illegittimamente sottratta e dispersa senza il suo consenso", ha dichiarato il suo avvocato Raymond J. Dowd.
Christie's, interpellata da ArNews, ha dichiarato via email: "Abbiamo un record senza precedenti nella gestione e restituzione di opere con storie dolorose legate alla Seconda Guerra Mondiale, sempre nel rispetto della legge e dell'etica. Anche in questo caso stiamo seguendo il protocollo stabilito". La casa d'aste è rappresentata dall'avvocato Joseph A. Patella dello studio Womble Bond Dickinson.
RAI STORIA: "1944, L'ESTATE DI PARIGI"
"Nel secolo breve" racconta la Liberazione della capitale francese.
Roma, 28 ago. (Adnkronos) - La svastica sventola su Parigi quando Hitler ci arriva all'alba del 23 giugno 1940. Il dittatore con la passione per l'arte, l'ex pittore fallito che lì sognava di studiare trascorrerà solo tre ore della sua vita nella Ville Lumière, senza scorta, insieme allo scultore Arno Breker. Tre ore passate alla storia per le foto davanti alla torre Eiffel, che fanno il giro del mondo. È solo la sera prima della resa che costringerà la Francia sotto il giogo nazista per quattro anni. L'occupazione e la Liberazione della capitale francese sono al centro dello Speciale di Elio Mazzacane con la regia di Agostino Pozzi ''1944 l'estate di Parigi'', proposto per ''Nel secolo breve'' con Paolo Mieli e la consulenza del professor Francesco Perfetti, in onda venerdì 29 agosto alle 21.10 su Rai Storia.
La narratrice Charlotte Marincola - anche attraverso gli interventi degli storici Olivier Dard e Olivier Wieviorka, dell'accademico di Francia Maurizio Serra e dello storico dell'arte Giovanni Carlo Federico Villa - ripercorre le tracce della Parigi occupata a partire dal rapido e inatteso crollo della Francia, che si sgretola non appena la Linea Maginot viene aggirata dai nazisti. Un trauma che porta i parigini a fuggire dalla loro città. E con loro, fugge anche la grande arte, in direzione del castello di Chambord, nella Loira, dove oltre 5000 casse piene di capolavori come La Gioconda, la Venere di Milo e la Nike di Samotracia rimarranno fino alla fine della guerra. Parigi viene dichiarata città aperta per evitarne la distruzione. Da Londra arriva l'appello dell'allora sconosciuto Charles De Gaulle a non arrendersi. Nasce la Resistenza francese. Una Resistenza costellata da eroi silenziosi, come Rosa Valland, curatrice del Jeu de Paume, dove i nazisti raccolgono i capolavori sequestrati da musei e da collezionisti ebrei prima di portarli in Germania. Sarà grazie al suo lavoro di spionaggio che alla fine della guerra oltre 60mila opere d'arte torneranno in Francia.Quella di Parigi, è un'occupazione politica, simbolica e restrittiva per gli abitanti della città. E piena di contraddizioni, come la presenza di Picasso che continua a vivere in città indisturbato, nonostante il suo quadro-denuncia dei bombardamenti tedeschi sulla Spagna. È un'occupazione che impone alla città due anime: lo sfarzo della Ville Lumière per occupanti e collaborazionisti, e la fame e i razionamenti per i parigini. Ma anche l'orrore delle deportazioni di uomini, donne e bambini ebrei, culminate nell'episodio del Velodromo d'inverno, dove i gendarmi francesi arrestano oltre 12.000 persone.
Con l'avvicinarsi alla capitale degli Alleati sbarcati in Normandia, Parigi sta per cadere, lo sanno tutti, eccetto Hitler. L'insurrezione popolare e i partigiani danno il via alla Liberazione. Le truppe francesi di Leclerc entrano nella capitale francese seguite da quelle di Eisenhower. È il 25 agosto 1944, il generale Charles De Gaulle finalmente parla alla Parigi liberata dal balcone dell'Hotel de Ville: ''Paris outragée! Paris martyrisée! Mais Paris libérée!''.