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Europa, maglietto o scalpello per l'assoluta libertà di coscienza?

Traduzione dal francese a cura di Barbara de Munari

 

La domanda che viene sottoposta alla nostra riflessione collettiva: Europa, maglietto o scalpello per l'assoluta libertà di coscienza? rimanda alla concezione o alla percezione che noi abbiamo del ruolo, della funzione, delle potenzialità, anche degli effetti perversi dell'Europa rispetto alla libertà di coscienza e al suo esercizio.

Si tratta di un dibattito tutt'altro che banale per noi che poniamo l'assoluta libertà di coscienza al vertice della nostra Costituzione.

I due termini che catturano immediatamente la nostra attenzione sono gli effetti che ci si aspetta da strumenti quali il maglietto e lo scalpello. Intendiamo qui che, ben di là dalla loro funzione meccanica, nel senso in cui potrebbero comprenderla dei tagliatori di pietre così come i loro lontani antenati simbolisti, essi evocano due opzioni molto diverse ma verosimilmente complementari che oggi ci proponiamo di analizzare.

Iniziamo quindi considerando la possibilità del maglietto. Tutto dipende già dal significato che gli attribuiamo. Il simbolismo è però una materia in cui la lettura libera resta soggetta a infinite interpretazioni, proprio per l'assoluta libertà di coscienza che è il nostro mantra.

L'Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri definisce il maglietto in base alle discipline o ai mestieri che lo utilizzano[1].

Per noi massoni il significato varia secondo gli autori. Così, per Jean Chevalier e Alain Gheerbrant, nel dizionario dei simboli, il maglietto è il simbolo dell'intelligenza che agisce e persevera, che dirige il pensiero e anima la meditazione di chi, nel silenzio della propria coscienza, cerca la verità. Nell’opera Pensare la Massoneria del 21° secolo[2], due autori hanno proposto una lettura del lavoro massonico sul dubbio che ci rimanda alla libertà assoluta di pensiero: «Il lavoro principale del massone, sgrossare la pietra grezza e scoprire il Due, là dove credeva di vedere solo l'Uno. Porre la domanda con un maglietto direbbe Nietzsche» ... «poi, partendo dai pezzetti lasciati dal maglietto, arriva il momento della ricostruzione»... «ogni cosa trovata, ogni ricomposizione presenta un nuovo aspetto, un'altra dimensione fino allora insospettata». «La ricerca del Due non può accontentarsi del soffice cuscino del dubbio, come dirà Montaigne".  Il nostro compianto Fratello Georges Lerbet, come Edgar Morin[3], ben versato nell’arte del pensiero complesso, ci ha lasciato in eredità considerazioni dello stesso ordine. Noi chiediamo infatti al pensiero di dissipare la nebbia e l'oscurità, di portare ordine e chiarezza nella realtà, di rivelare le leggi che la governano. La parola “complessità” non può che esprimere il nostro imbarazzo, la nostra confusione, la nostra incapacità di definire in modo semplice, di nominare chiaramente, di ordinare le nostre idee. La sua definizione primaria non può fornire alcuna delucidazione: è complesso ciò che non può essere riassunto in una parola chiave, ciò che non può essere ricondotto a una legge o ridotto a un’idea semplice. La complessità è una parola che porta problemi, non una parola che porta soluzioni.

Edgar Morin, come il nostro F:. Georges Lerbet, riconosciuto epistemologo, propone un modo di pensare per affrontare la complessità del mondo che ci circonda. Ne trarremo ispirazione qui.

 

Per quanto riguarda l'uso del maglietto, la sua definizione forse meno “amabile” è la sua definizione di utensile: «Il maglietto, composto di un manico e di una testa simmetrica, si distingue dalla mazza e dal martello per il materiale di cui è composta questa testa, tradizionalmente in legno, ma anche in gomma, plastica, etc. Questa particolarità permette all'utensile che colpisce (ad esempio uno scalpello) di penetrare nel materiale lavorato (pietra, legno, etc.) senza onde d'urto dannose».

Il colpo di maglietto del magistrato avrà un senso, si può sperare, più magnanimo, e talvolta anche equo, poiché il giudice si appoggia a un codice e a regole di Diritto stabilite per pronunciare il suo verdetto. La parte del libero arbitrio è necessariamente “inquadrata”e quindi limitata.

Non è escluso, nel caso di specie, che si alluda al maglietto del Massone. Ma potrebbe anche essere quello del banditore e quindi, simbolicamente, quello nel caso dell'aggiudicazione di un grande mercato europeo... Potremmo vedervi anche un'allusione evidente o subliminale alla spietata scure che si abbatte, quando se ne fa un uso istituzionale o addirittura burocratico, per troncare e decidere la sorte di normative comunitarie o di altre disposizioni vincolanti che s’impongono a ognuno nello spazio dell'Europa dei Ventisette da Strasburgo, dal Lussemburgo da Bruxelles, da uffici la cui legittimità democratica è messa in discussione e che, a torto o a ragione, è spesso criticata per aver disatteso le libertà individuali di scelta dei cittadini.

Infatti, se l'Europa fa un uso eccessivo del maglietto, ne consegue l'imposizione brutale di decisioni perentorie. Una possibilità che noi Massoni, fondamentalmente legati all'assoluta libertà di coscienza, ovviamente non possiamo accettare, in quanto difendiamo con la massima energia questa libertà. Non ci si può assoggettare senza dibattito al dettato di nessuno, fosse anche una perizia, poiché non sarebbe discutibile o negoziabile. In linea di principio, quindi, sarà confutato e chiederemmo il dibattito contraddittorio, quello il cui principio è stato eretto a cardine universale dello Stato di diritto da Montesquieu, nella sua celebre opera precursore De l'esprit des lois, che ha ispirato la stesura della Costituzione francese del 1791. Il dibattito che agita e divide i fautori di un'Europa federale e coloro che vi si oppongono passa proprio per questo. Ci rimanda ai trattati di Maastricht e di Lisbona, e alla loro controversa applicazione, ma anche alle diverse sensibilità che devono avere, ciascuna, voce in capitolo, proprio in nome dell'assoluta libertà di coscienza. Non ne tratteremo qui, poiché ciascuna delle possibilità merita il proprio spazio di libera espressione.

Osiamo piuttosto, qui, insieme, un momento di trasgressione e riferiamoci alle parole di Orwell di fronte alla disumanità cui ci troviamo di fronte. Philippe Dagen[4] ha recentemente citato l'autore di 1984 per il quale «il rapporto tra il modo di pensare totalitario e la corruzione del linguaggio costituisce un problema importante che non è stato oggetto di sufficiente attenzione». Philippe Dagen aggiungeva: «Sarebbe facile attualizzarlo, sostituendo “totalitario”con altri aggettivi, tanto i fondamentalismi sia religiosi sia ideologici – aggiungiamo noi, a volte anche massonici – si riconoscono… dall'uso di poche figure retoriche e dal semplicismo che divide il mondo in un “noi”e in un “loro”», definitivamente divisi e separati. Segno di un'epoca, sembra, che ci rimanda alla violenza sistemica dissezionata da René Girard.

 

La nostra Obbedienza, il Grande Oriente di Francia, essendo ricca di talenti non sempre messi solo al servizio delle cause più pure, coltiva anche, al proprio interno, dobbiamo ammetterlo, un microcosmo vibrante che potrebbe alimentare l'illusione di un pianeta massonico in perpetuo ribollire e in rivoluzione contro se stesso, piuttosto che in cerca di un’evoluzione verso il progresso. Forse è questo l'omaggio da rendere alla nostra cultura dell'assoluta libertà di coscienza, il bene più prezioso se mai altro ce n'è stato. Effetto del maglietto?

Consideriamo ora lo scalpello.

Lo scalpello è lo strumento del cavatore, dello scalpellino e del muratore. Consente lo spostamento di pietre, di materiali e il loro posizionamento... Per l'iniziato lo scalpello non è un semplice strumento ma un simbolo, perché in Massoneria tutto è simbolo. È in grado di compagno che il massone scopre lo scalpello. Nel Cinquecento si parlava di «util», per «strumento», in associazione con l'aggettivo “utile”. In quanto tale, lo strumento è un prolungamento della mano. Questa interviene come agente di esecuzione dello spirito sulla materia e riveste un carattere di collegamento, di tratto di unione, tra l'uno e l'altro.

 Lo strumento permette alla mano di regolare il gesto, di migliorarlo, quindi di organizzare e padroneggiare la materia, attraverso l'intervento preventivo e nevralgico della mente. Lo spirito governa la materia, come la luce cerca di dissipare le tenebre. A partire da questa affermazione, dobbiamo quindi ammettere che lo scalpello ci aiuta a vedere più chiaramente, quindi a mettere in gioco la nostra capacità di discernimento la quale implica il libero arbitrio.

Lo scalpello segna il dominio dell'Uomo sulla cosa, l'oggetto, la macchina, attraverso le conoscenze acquisite e sempre da sviluppare...

Gli permette di sfruttare al meglio ciò che trasforma e costruisce. In una prospettiva di costruzione europea, possiamo stimare che l'uso dello scalpello dovrebbe consentirci una migliore conoscenza o comprensione dell'argomento, facendo lo sforzo di soppesare gli argomenti, i vantaggi e gli svantaggi delle scelte da compiere.

Questo è l'esercizio in cui abbiamo scelto collettivamente e massicciamente di impegnarci durante il Convento di Rouen nel 2019, dove il 91,7% dei Delegati delle logge del GODF ha votato a favore dell'inizio dei lavori di quello che è divenuto, nel corso di mesi di lavoro collettivo di oltre sessanta logge, compresa la nostra, il grande progetto obbedienziale della "Fratellanza Europea", consistente nel partecipare attivamente alla costruzione di un'Europa massonica senza frontiere.

È prematuro commentare l'esito di questo grande progetto, anche se stiamo lavorando per farlo prosperare con ardore e nel miglior modo possibile. Tuttavia esiste, e mobilita un numero e una quantità crescente di talenti fraterni che, senza essere presuntuosi, ci permette oggi di dire che è promettente. In questo senso possiamo affermare che fino ad ora abbiamo saputo fare buon uso dei nostri strumenti, il maglietto e lo scalpello. Possa questo lavoro massonico contribuire, con tutti quelli che operano in varie altre configurazioni massoniche, ad affermare l'assoluta libertà di coscienza nel nostro vasto spazio dell'Unione Europea sfidato come mai, dal 24 febbraio 2022, dall'offensiva contro l'Ucraina.

Ho detto.

 

R :.Loge "Les Enfants de Gergovie" Or.di Clermont-Ferrand,

18 aprile 2022

Prolusione in occasione del Giubileo del 60° anniversario dell'iniziazione del F:. Alain de KEGHEL

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] arti meccaniche, fontaniere, architettura, artificiere, gioielliere, falegname, sellaio, cartiere, cinturaio, carraio, lavoratore dellardesia, lattoniere, pellicciaio, idraulico, incisori, bottaio, cristalleria, stemma. In chirurgia viene utilizzato un martello di piombo e in marina un martello per calafataggio. Inoltre, il martello è un termine specifico dei mulini ad acqua che servono per la fabbricazione della carta.

[2] Penser la FM du 21 siècle, Alain de Keghel et Philippe Liénard, Editions ECE-D, Paris 2020 p.130 et 131

 

[3] Introduction à la pensée complexe, Poche, Paris 2014, Edgar Morin

[4] Philippe DAGEN, Université Paris 1 Panthéon -Sorbonne; Professeur des universités. Histoire et civilisations: histoire des mondes modernes, histoire du monde contemporain.

 

 

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