L’INGANNO

 

Fatale è l’inganno che la mente trama celando il suo fine ultimo e speculare; ti induce a pensare che l’aria che respiri ti sia necessaria, più che la forza del cuore, più che la memoria ancestrale, più che tutte le leggi dello spazio.

 

Dolce è il sonno in cui ti avvolge, cullandoti tra sogni e speranze, in un guanciale soffice, ma la traccia è segnata e tu riterrai che il risveglio sia prossimo e rigenerante.

 

La mente ti abbaglia e guida i tuoi passi, la presa delle tue mani, la proiezione del tuo sguardo.

 

Non sei tu a gioirne, non sarai tu a piangere o soffrire, ma solo le false percezioni che ti circondano; perché non comprendi che questo corpo che ti comprime e ti espone al mondo dei simili, altro non è che una catena immaginaria, un serraglio di uomini e belve, angusto e limitato.

 

Prendi il largo, abbraccia il mare e afferra la prima nuvola che passa; abbandonati al deserto ed ai ghiacciai perenni; schiudi il guscio che trattiene la tua anima, unica proprietà ed unica certezza perpetua del tuo vagare nel cosmo.

 

Bagna i tuoi piedi in più fiumi possibili ed incontra più vite che puoi, più nemici che puoi, più lampi e pioggia che puoi.

 

Perché non vi sarà tempesta più furente dell’ira dei Giusti; non chiederti mai quanti canti o quante danze hai condiviso, né quanti ne farai.

 

Non cedere all’inganno dei falsi miti e ripudia ogni gesto, ogni atto meschino, ogni bieco interesse che non sia condivisibile.

 

Quanto più avrai amato, quanta più pace riceverai, quanto più miserabile astio avrai sopportato, quanta più speranza e giustizia lascerai al tuo passaggio terreno.

 

E quando fatalmente attraverserai il confine tra questa esistenza e quella a venire, e sarai essenza pura, dai tutta la luce che puoi, agli anfratti bui dell’universo e sii quanto più vicino all’idea, alla sensazione, alla illusione di eternità.

©Alessandro Scuderi