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THE BRUTALIST, IL FILM PLURIPREMIATO, IN PRIMA TV SU SKY
con Adrien Brody, Felicity Jones.
(ANSA) - ROMA, 28 AGO - Arriva in prima TV su Sky Cinema il pluripremiato film con Adrien Brody, Felicity Jones e Guy Pearce.
The Brutalist, in onda venerdì 29 agosto alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.
Presentato in Selezione Ufficiale alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha conquistato il Leone d'Argento per la Miglior Regia, e vincitore di tre Golden Globes (miglior film drammatico, miglior regia e miglior attore drammatico ad Adrien Brody) e altrettanti premi Oscar - Miglior Attore Protagonista ad Adrien Brody, Miglior Fotografia e Colonna Sonora), The Brutalist è scritto e diretto da Brady Corbet e co-sceneggiato con Mona Fastvold, e racconta la storia di Lßszlò Toth, un architetto ebreo ungherese sopravvissuto all'Olocausto che, in fuga dall'Europa del dopoguerra, emigra negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita. Le esperienze di Lßszlò in America riflettono quelle di artisti chiave del movimento brutalista, tra cui Louis Kahn, Mies van der Rohe e, soprattutto, l'ungherese Marcel Breuer.
In fuga dall'Europa del dopoguerra, il visionario architetto Lßszló Toth arriva in America per ricostruire la sua vita, il suo lavoro e il suo matrimonio con la moglie Erzsébet, dopo essere stato costretto a separarsi da lei durante la guerra da confini e regimi mutevoli. Da solo in uno strano nuovo paese, Lßszló si stabilisce in Pennsylvania, dove il ricco e famoso industriale Harrison Lee Van Buren riconosce il suo talento per l'edilizia. Ma potere ed eredità hanno un prezzo elevato.
VENEZIA, LASZLO NEMES PRESENTA ORPHAN "STORIA MOLTO PERSONALE"
VENEZIA (ITALPRESS) - Il film "Orphan" di Laszlo Nemes, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, è ambientato a Budapest nel 1957, un anno dopo il fallimento della Rivoluzione Ungherese. La pellicola segue la storia di un giovane ragazzo ebreo cresciuto dalla madre con la speranza che il padre, deportato nei campi d iconcentramento, tornerà presto. "Il mio film - spiega Nemes - racconta i traumi dell'Europa del XX secolo. È una storia molto personale, ma ciò che c'è dietro è enorme e continua ad avere ripercussioni fino ad oggi".
VENEZIA, IN "HOLOFICTION" COME IL CINEMA HA RACCONTATO LA SHOAH
(9Colonne) Roma, 25 ago - "Non voglio raccontare l'Olocausto, ma mostrare come il cinema ha costruito e a volte distorto quell'immaginario. Lo spettatore è portato in una zona ambigua, dove vittima e carnefice possono coincidere, perché interpretati dallo stesso attore in film diversi. È un'opera sull'eco del trauma e sulla responsabilità della rappresentazione". Sono le parole del regista polacco-tedesco Michal Kosakowski sul suo "Holofiction", film muto sperimentale che presentato in anteprima alla 82° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (Lido di Venezia, 27.08 - 6.09.2025). Interamente costruito con frammenti di oltre 3.000 opere audiovisive sulla Shoah raccolti da Kosakowski nell'arco di circa otto anni e montati con un lavoro monumentale tramite la tecnica del found footage, "Holofiction" è un progetto di forte impatto visivo ed emotivo, che spinge lo spettatore a riflettere sul modo in cui la memoria storica è stata filtrata, modellata e spesso stereotipata dal linguaggio filmico a partire dal 1938 fino ad oggi. Ispirato allo scetticismo del documentarista Claude Lanzmann nei confronti della rappresentazione visiva del trauma storico, il film mette in discussione la possibilità stessa di raffigurare un'atrocità di tale portata, interrogandosi su come farlo senza distorcerne il senso o banalizzandola. Attraverso un approccio saggistico, "Holofiction" invita dunque a confrontarsi con le sfide etiche della narrazione cinematografica, sollecitando una comprensione più profonda del modo in cui queste rappresentazioni plasmano la memoria collettiva e la percezione storica. Privo di dialoghi, "Holofiction" si configura come una sorta di film muto contemporaneo, in cui le immagini e la musica costituiscono l'unico asse narrativo. Per raggiungere un risultato ipnotico, profondo e paradossale è stata fondamentale anche la colonna sonora originale composta dal musicista pesarese Paolo Marzocchi. Edita da SZ Sugar, la partitura è concepita come un'ampia drammaturgia che attraversa e collega i frammenti visivi del film, fungendo da "collante" e allo stesso tempo offrendo nuove letture e risonanze emotive. Il materiale musicale si basa su due temi di forte valore simbolico: il tango ebraico Ich hab kein Heimatland di Friedrich Schwarz, e la ninna nanna Wiegala, composta da Ilse Weber nel campo di concentramento di Theresienstadt. La musica in un film muto diventa architettura narrativa racconta Marzocchi. Ho lavorato per creare un percorso emotivo che non spiegasse le immagini, ma le mettesse in crisi. Il tango di Schwarz e la ninna nanna di Weber sono memorie sonore che attraversano il film come fantasmi. Credo che sia importante non dimenticare che, nonostante l'empatia generata dalle immagini, quello cui si sta assistendo sia una gigantesca "meta-fiction", e la musica è a volte utilizzata per rendere palese questo paradosso in cui tutto è finzione». La colonna sonora è stata eseguita dalla WunderKammer Orchestra, ensemble cameristico fondato dallo stesso Marzocchi che in questa occasione figura anche come pianista, e si avvale della partecipazione dei solisti Danusha Waskiewicz (viola), Valentina Coladonato (voce) e del coro di voci bianche "Novello InCanto" di Ravenna diretto da Elisabetta Agostini, mentre le parti elettroniche sono state realizzate in collaborazione con Andrea Veneri. La registrazione e il mixaggio sono a cura del Dipartimento di Musica Applicata del Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Ravenna.Le musiche originali di "Holofiction" saranno pubblicate sulle principali piattaforme di streaming da SZ Sugar, che cura l'edizione e la distribuzione del lavoro musicale. L'operazione si inserisce nel percorso di trasversalità che SZ Sugar porta avanti come casa editrice e discografica, valorizzando i linguaggi della musica, della narrazione e dell'immagine in una prospettiva aperta e contemporanea, oltre i confini dei generi.
MOSÈ RINASCEREBBE ISRAELIANO O PALESTINESE?
di Gianfranco D'Anna.
ROMA (ITALPRESS) - Cristo ancora non si sa, ma l'inferno si è già fermato a Gaza, dove l'umanità muore ogni giorno di più. Un inferno dove oltre mezzo milione di persone, soprattutto bambini e adolescenti, stanno affrontando condizioni invivibili caratterizzate da fame, indigenza e malattie. Lo certifica il Global Hunger Monitor, il rapporto delle Nazioni Unite sull'Indice Globale della Fame che incrocia diversi indicatori che rilevano non solo la percentuale di denutrizione, ma anche lo stato di salute della popolazione infantile. "Che fine hanno fatto i colloqui per il cessate il fuoco?" Si chiede il Times di Londra che sottolinea come "l'esercito israeliano controlli circa il 75% del territorio. Secondo le Nazioni Unite, oltre il 90% degli edifici residenziali di Gaza è stato distrutto o danneggiato, insieme a gran parte dei terreni agricoli, rendendo il territorio inabitabile". È davvero incredibile come un popolo plurimillenario, che si definisce eletto da Dio e che suscita nel cuore di ogni Paese libero l'enorme compassione, il sincero affetto, la considerazione ed il totale rispetto per l'immane e disumana tragedia dell'Olocausto, consenta che l'insensibilità e l'ostinazione del suo premier possa rischiare di capovolgere psichiatricamente la storia e provocare, quanto meno in parte e in ben altri modi, quello che storicamente gli ebrei hanno orribilmente subìto. "C'è già profonda indignazione internazionale per la carestia a Gaza" scrive il New York Times. Che aggiunge: "Immagini di bambini affamati, resoconti di operatori umanitari, operatori sanitari e giornalisti troppo deboli per svolgere il loro lavoro e allarmi sempre più urgenti da parte di gruppi umanitari hanno sconvolto le coscienze di tutto il mondo". Una situazione destinata a ripercuotersi a lungo termine su Israele.
"I funzionari israeliani hanno minimizzato la gravità della crisi alimentare e attribuito le sofferenze di Gaza ad Hamas. Una divergenza che - afferma il Wall Street Journal – riflette l'elevata posta in gioco nella valutazione delle condizioni umanitarie a Gaza. Israele è stato sottoposto a un'enorme pressione internazionale per alleviare le sofferenze dei palestinesi. Le immagini di bambini malnutriti hanno provocato indignazione globale e hanno contribuito a spingere paesi come Regno Unito e Francia ad annunciare il riconoscimento di uno Stato Palestinese, mentre la Germania ha sospeso alcune vendite di armi dopo che Israele ha dichiarato che avrebbe ampliato il conflitto". Nonostante l'angoscia per la persistente minaccia del fondamentalismo islamico e tutte le comprovate motivazioni sulla necessità di sradicare il bieco terrorismo di Hamas, che utilizza i palestinesi come scudi umani e li sospinge al massacro, resta il fatto verificato oltre ogni immaginabile dubbio che la catastrofe umanitaria provocata nella striscia di Gaza e l'incontrollato, fanatico espansionismo dei coloni in Cisgiordania rappresentino un vulnus di inciviltà tale da costituire una macchia permanente ed uno stigma internazionale destinato purtroppo a ricadere sull'intero popolo israeliano. Fra l'incudine di Hamas e la mannaia incandescente di Benjamin Netanyahu, la già inestricabile crisi mediorientale, che con conflitti, attentati e massacri si trascina ciclicamente dal dopoguerra è diventata una polveriera moltiplicatrice di odi e vendette che fatalmente si ripercuoteranno negli anni sullo Stato di Israele. Pur con tutte le possibili considerazioni e le ciniche analisi strategiche sul cosiddetto "lavoro sporco" per fare tabula rasa di Hamas, Hezbollah e terrorismo iraniano, le conseguenze più gravi delle ripetute offensive e dei bombardamenti a tappeto su Gaza ordinati dal premier Netanyahu hanno già iniziato a provocare, a torto o a ragione, interessatamente o meno, durissime condanne, pregiudizi e ostracismi da parte dell'opinione pubblica internazionale che si protrarranno negli anni e, quel che peggio, saranno oggetto di strumentalizzazione e amplificazione da parte dell'antisemitismo e della propaganda islamica. Quo vadis Israele?
Perché fai sanguinare il cuore del mondo libero che trepida per la tua sorte? Si chiedono editorialisti e commentatori dei media mondiali. Alcuni dei quali hanno anche avanzato ad Israele un ulteriore interrogativo: "perché stai stravolgendo la tradizione biblica, facendo immaginare che Mosè possa rinascere e lottare per il popolo palestinese?".
MOSTRE: USA, IL VIAGGIO NEL MEDIOEVO TRA SPIRITUALITÀ ED ESPLORAZIONI
Dal 2 settembre al 30 novembre 2025 al Getty Center di Los Angeles.
Los Angeles, 31 ago. - (Adnkronos) - Dal 2 settembre al 30 novembre 2025 il Getty Center di Los Angeles ospita la mostra "Going Places: Travel in the Middle Ages" (Andare lontano: Il viaggio nel Medioevo), un percorso unico tra manoscritti miniati che raccontano il viaggio non solo come esperienza fisica, ma anche come dimensione spirituale, politica e immaginaria nel Medioevo.
Attraverso una selezione di preziosi manoscritti della collezione permanente del J. Paul Getty Museum - molti dei quali esposti raramente - la mostra esplora i numerosi motivi che spingevano le persone a mettersi in cammino e i diversi modi di viaggiare tra XIII e XV secolo.
Tra i pezzi forti dell'esposizione figurano due opere di straordinaria importanza: il "Romanzo di Alessandro" del XIII secolo, recente acquisizione del Getty, e "Il libro delle meraviglie del mondo", entrato nella collezione nel 2022 e già protagonista della mostra del 2024 "The Book of Marvels: Wonder and Fear in the Middle Ages".
"Questa mostra permette al nostro pubblico di connettersi con l'arte medievale attraverso un'esperienza che oggi è diventata quotidiana: il viaggio", ha dichiarato Timothy Potts, direttore del Getty Museum. "Molti dei nostri visitatori arrivano da ogni parte del mondo, e questa esposizione offre loro uno sguardo su come, centinaia di anni fa, il viaggio venisse compreso e rappresentato attraverso l'arte".
La mostra si articola in tre sezioni tematiche. Il primo nucleo dal titolo "Sulle orme di Cristo" indaga il viaggio come esperienza spirituale. Le narrazioni bibliche e la pratica del pellegrinaggio sono al centro di questa sezione, dove spicca l'opera “I malati, i lebbrosi e gli storpi pregano sulla tomba di Santa Edvige”. Nella scena, pellegrini giungono a piedi, a cavallo e su carri per chiedere una guarigione miracolosa presso il santuario della santa, mentre altri già pregano presso la sua tomba.
La sezione "Terre lontane" approfondisce i viaggi legati a commercio, guerre e diplomazia, ma anche quelli dell'immaginazione. Tra i manoscritti più suggestivi troviamo Cina (Seres), in cui mercanti caricano merci su una nave in un porto esotico. Sebbene i contatti tra Europa e Cina esistessero già dal XIV secolo, l'artista rappresenta la Cina come un deserto popolato da draghi, fondendo realtà e fantasia.
In questo spazio si riflette anche sul lato oscuro del viaggio medievale: deportazioni forzate, espulsioni, schiavitù e colonialismo, come l'espulsione degli ebrei dall'Inghilterra o l'asservimento dei popoli indigeni ad opera di Cristoforo Colombo. L'ultima sezione "Modi medievali di viaggiare" si concentra sui mezzi di trasporto - reali e immaginari - nel Medioevo. Camminare, navigare, cavalcare erano i modi più comuni di spostarsi, ma i manoscritti testimoniano anche viaggi leggendari e visioni fantasiose. In Barlaam attraversa un fiume, vediamo il santo eremita che, con un sacco in spalla, attraversa un fiume in barca per raggiungere l'India e convertire il principe Giosafat al cristianesimo. (di Paolo Martini)
NETANYAHU RICONOSCE IL GENOCIDIO ARMENO, IRA DI ANKARA
(ANSA) - ROMA, 27 AGO - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato, in un'intervista al podcast di Patrick Bet-David, di riconoscere personalmente il genocidio armeno come tale.
Bet-David, scrive il Jerusalem Post, aveva chiesto a Netanyahu perché Israele fosse così riluttante a riconoscere il massacro commesso dall'Impero Ottomano dal 1915 al 1917 come genocidio, dato il contesto del riconoscimento mondiale dell'Olocausto.
Netanyahu ha detto che la Knesset ha recentemente approvato una legge che riconosce il massacro come genocidio, ma il giornalista ha insistito sul suo riconoscimento. "L'ho appena fatto", ha detto Netanyahu.
Il ministero degli Esteri turco si è scagliato contro Netanyahu per le sue dichiarazioni definendole un tentativo di nascondere lo spargimento di sangue a Gaza. "La dichiarazione di Netanyahu sugli eventi del 1915 è un tentativo di sfruttare le tragedie del passato per ragioni politiche. Netanyahu... sta cercando di nascondere i crimini commessi da lui e dal suo governo", ha affermato.