“Io sono tutto ciò che è stato,

tutto ciò che è e tutto ciò che sarà,

e mai alcun mortale

ha ancora sollevato il mio velo”.

Così Plutarco, nel suo “De Iside et Osiride”…

 

Il nome di Iside incanta gli spiriti di tutti: la grande dea egizia è la compagna vigile di Osiride, dio dei morti, e la madre attenta di Horus bambino.

Sappiamo quanto, lontano dalle rive del Nilo, essa abbia portato la reputazione dell'Egitto in tutto il mondo greco-romano: sulle coste dell’Ellade, a Ostia e a Roma, fino alle lontane province della Pannonia e della Germania, statue, iscrizioni, amuleti attestano la sua presenza.

La “religione isiaca” fu anche uno degli sfortunati rivali del cristianesimo sincretista…

In tutto il Mediterraneo, gli Isiaci costruirono santuari e diffusero un materiale molto disparato: figurine, vasi o scarabei, ora sparsi nelle teche dei musei locali.

Qui si rinnova la ricerca di Iside e, dal vecchio Egitto e dalla lontana valle del Nilo, seguiamo il destino di un gruppo di divinità egizie, che portano il loro messaggio di eternità lungo le rive del Mediterraneo, fino alla vecchia città di Roma, dove gli obelischi si rivolgono ancora al cielo latino.

 

Il mito di Iside e Osiride riguarda la passione, la morte e la rinascita nell’aldilà di un dio disceso sulla terra per regnare sugli uomini e insegnare loro il bene e la giustizia.

Osiride è chiamato “Ounnefer”, "l’essere buono" per eccellenza.

Iside, la sposa del dio assassinato, lo restituisce magicamente alla vita.

Questo ruolo primordiale le darà il primato sulle altre dee dell’antichità.

Così, la promessa di una resurrezione dopo la morte ha costituito il successo della religione isiaca e ha aperto la strada al cristianesimo.

 

Seguiamo l’evoluzione, dalla sua origine ai giorni nostri, della personalità di Iside e del culto che i suoi devoti le hanno reso.

In questa lunga evoluzione, culminata nell’epoca romana, non possiamo trascurare il progresso del pensiero umano o le influenze di altre credenze che si sono evolute parallelamente o hanno impregnato anch’esse l’umanità alla ricerca del Divino.

Queste religioni parallele sono tutte prese in prestito dall'Oriente, eccetto forse il culto di Demetra, pure così vicino a quello di Iside, e tutte sono caratterizzate da ciò che i Greci hanno chiamato "misteri", riti nascosti che erano rivelati agli adepti solo attraverso una serie d’iniziazioni e il nome stesso di "misteri" lo esprime chiaramente: questi riti sono segreti ed è fatto divieto agli iniziati di divulgarli.

 

La ricerca segue un ordine cronologico e cerca di fare conoscere Iside dapprima lungo le rive del Nilo, poi ad Alessandria e nel mondo greco-romano, riuscendo a individuare alcuni prolungamenti del suo culto sino ai giorni nostri.

E così, dall’Egitto alla Grecia, dall’Asia Minore al Libano, e alla Siria e all’Africa del Nord; dalla Spagna alla Gallia; dalla Gran Bretagna alla Germania, e alle Regioni Danubiane e alla Dalmazia …

Attraverso il Medioevo, il Rinascimento, i Tempi Moderni, ma anche attraverso la Massoneria, le Favole e i Racconti della Tavola Rotonda…

 

La divina maga delle rive del Nilo, la padrona di Philae, dal tragico destino di sposa e di madre, è adottata presto… e la giovane ed elegante Egiziana, con le braccia alate, s’identifica, dall’epoca faraonica, con Hathor, dea dell’amore e, tra i greci, con il suo doppio, Afrodite.

In Alessandria compare abbigliata alla greca, con la testa coronata da una ghirlanda e con lunghi boccoli, e il nodo isiaco, che diverranno le sue caratteristiche, così come i suoi attributi: il sistro, l’ureo e la situla.

Dai tempi dei faraoni, è anche una dea-serpente per la sua assimilazione alla divinità agraria Renenutet, e una dea stellare, Iside-Sothis.

 

Iside, nata in Egitto, originaria di Behbeit el-Hagar, sul Delta del Nilo, è Dea, sorella, amante, sposa di un dio, Osiride, morente e risorgente, e madre: un tenero e potentissimo archetipo femminile, che gli imperatori romani – da Claudio in poi – trasformarono in una delle componenti religiose predominanti nel tessuto sociale imperiale.

Nel Papiro di Ossirinco, la Dolce Signora, Iside dai molti nomi, è la Dea della maternità, della fertilità e della magia…

La Dolce Signora è Moglie e Donna in lutto, Dea Madre, Dea dei Sovrani e Protettrice del Regno, Dea della Magia e della Saggezza, Dea del Cielo, Dea Universale, Genitrice e Protettrice di tutti gli uomini, Signora della medicina, Portatrice di compassione e speranza, Signora dei Cieli e della Terra, Dea dalle molte facoltà, Onore del sesso femminile, Amabile, Che fa regnare la dolcezza nelle assemblee, Nemica dell'odio, Che regna nel Sublime e nell’Infinito, La Signora della Terra che ha reso il potere delle donne uguale a quello degli uomini…

 

La Dolce Signora è: … L’ “Unica". La sovrana universale nella quale si fusero tutte le altre dee…