Non crediamo di dover dare una spiegazione storica sul tema del Santo Graal, in quanto una disamina filosofica o letteraria, seppur sotto un’angolazione esoterica, non farebbe altro che ripetere inutilmente la dotta vanità di uno studio profano.

Ciò che crediamo sia proficuo, dal nostro punto di vista iniziatico, è il considerare un problema squisitamente tradizionale come quello del Graal, alla luce della Grande Tradizione Universale, nella quale tutti i Simboli sono Archetipi che velano, sotto forme differenti, un significato analogico e costante valido “in toto” per la metodologia di ogni Scuola Iniziatica.

Arnold Toynbee ha scritto: “In questo universo misterioso, vi e una cosa di cui l‘uomo può essere sicuro: l’uomo stesso non è certo la più grande presenza dell’universo (...). Lo scopo dell’uomo e di ricercare la comunione con la presenza nascosta dietro ai fenomeni, e di ricercarla nell’intento di mettere il suo Sé in armonia con quella realtà assoluta”. Innanzitutto, il concetto di Filosofia: tra il concetto che ne avevano gli antichi, ed il concetto contemporaneo che si possiede oggi, vi è tutta la misura della caduta e della degenerescenza nella quale viviamo, nel momento presente Per i greci, ad esempio, ogni capo-scuola costituiva un gruppo di discepoli, ai quali insegnava delle modalità di comportamento che erano conformi agli scopi che la scuola si prefiggeva (epicurei, stoici, ecci), e che venivano costantemente vissute in coerenza con la dottrina del loro insegnamento.

Piero Boldrin

Per comprendere il fenomeno della Cavalleria, bisogna rapportarsi al fatto che essa, prima ancora di essere una istituzione storicamente definita, fu l’incarnazione della ricerca di un’idea di perfezione, la risultante di un Archetipo di Giustizia da riportare sulla terra.

Essenzialmente l’idea cavalleresca era legata a valori quali l’amicizia, la lealtà verso l’avversario, il rispetto per la parola data, la pietà verso il nemico vinto, la protezione verso i deboli, gli indifesi, gli orfani e le vedove, e di tutto ciò che poteva rappresentare il sostegno del Popolo di Dio.

Per gentile concessione dell’Autore, Piero Boldrin. Tratto da Hiram, 3, 2014

La nascita della Massoneria Scozzese è tradizionalmente legata alla figura di Andrew Michael Ramsay: scozzese di nascita, fu un ottimo testimone del fervore intellettuale dei suoi tempi. Nato ad Ayr (Scozia) il 9 gennaio 1686, figlio di un fornaio calvinista e di un’anglicana, si distinse come eccellente scrittore. Passò gran parte della sua vita in Francia, dove morì cinquantasettenne (nel 1743) a St. Germain-en-Laye (Seine-et-Oise).

L’opera letteraria più importante fu I viaggi di Ciro: pubblicata nel 1727, lo rese uno degli scrittori francesi più famosi dell’epoca. Entrò così a far parte della Società Reale delle Scienze di Londra e la prestigiosa Università di Oxford gli conferì il grande onore della laurea honoris causa.

A cura di Piero Boldrin

Scozzese di nascita, Andrew Michael Ramsay fu un ottimo testimone del fervore intellettuale dei suoi tempi. Nacque ad Ayr (Scozia) il 9 gennaio 1686; figlio di un fornaio calvinista e di un’anglicana, si distinse come eccellente scrittore.

Passò gran parte della sua vita in Francia, dove morì cinquantasettenne (nel 1743) a St. Germain- en-Laye (Seine-et-Oise). Iniziato il 17 marzo 1730 nella Loggia “The Horn”, fu Grande Oratore della Gran Loggia di Francia.

Come promesso qualche giorno fa, ecco a voi la recensione del lavoro di Gabriele Bellotti; redatta da un graditissimo ed illustre ospite: Alain de Keghel (che naturalmente ringraziamo!):

Gabriele BELLOTTI si è dedicato ad uno studio di estremo interesse, dal titolo “APPUNTI DI ESOTERISMO ED ARCHITETTURA DEI LUMI”, la cui importanza è talmente considerevole da indurci a darne segnalazione ed a raccomandarlo ai nostri lettori.

Le riflessioni presentate in questo importante studio di 112 pagine, arricchito da una ricca bibliografia, si incentrano sulle svariate sfaccettature dell’opera fondamentale dell’architetto francese Marc-Antoine LAUGIER (1713-1769) e sull’esoterismo.