Durante la trasmissione in diretta della seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2024, in corso a Malmö in Svezia, la Rai ha erroneamente diffuso in video le percentuali del televoto.

Si è così appreso che, al termine della votazione, Eden Golan per Israele era al primo posto con il 39,31 dei voti.

Noi, Ebrei in Israele, con la nostra proverbiale autoironia – che ci ha consentito di sopravvivere nei secoli a pogrom e stermini di vario genere – questa mattina ci diciamo di avere l’impressione che l'ebraismo italiano abbia dato in mano i cellulari anche ai neonati per arrivare al 39,31% dei voti italiani a Eden Golan (in Israele non potevamo votarla, per regolamento).

E ovviamente non è così, e ovviamente va benissimo così! Grazie!

 

Di certo, se la percentuale dovesse essere confermata a livello internazionale e anche nella serata finale, questo significherebbe che Israele ha un'altissima probabilità di vincere la competizione.

 

L’anello, le nuvole, il brano musicale che lei interpreta molto bene. Oltre a dare prova di una bellissima voce. L’anello, che tutto racchiude e conferma, il cerchio da chiudere, l’inizio e la fine, speriamo, di un orrore senza tempo, il vento, e la semplicità disarmante della mise di scena, con i due colori, il rosso e il bianco écru: Eden Golan diviene, con drammatica bellezza e naturalezza, l’icona incarnata della gioventù di un altro festival, quello di esattamente sette mesi fa.

 

Ammettiamo che, alla vigilia dell’Eurovision, la gioventù israeliana fosse sconfortata, se non pessimista: i sondaggi erano buoni, ma non ottimali.

Ma si doveva comunque partecipare e, senza isolarsi, resistere alle intemperie.

Questo non ci ha impedito di notare che alla presentazione di “October Rain” (prima versione della attuale “Hurricane”) nessun paese ha solidarizzato con Israele; che il timore della politicizzazione della manifestazione (come avvenuto due anni fa) era forte; che i fischi e le contestazioni durante le prove e dopo l’esibizione ci sono stati; che a qualcuno è stato permesso (o forse gli organizzatori non se ne sono accorti…) di salire sul palco ed esibirsi con una kefia legata al polso, e insomma: la gioventù ( laica) israeliana vorrebbe sentirsi internazionale, globale, ma si deve confrontare con la realtà occidentale.

 

Negli ultimi mesi ci è apparso sempre più chiaro chi è contro di noi, e non passa giorno senza che si smascherino forze malevole, potenze straniere, siti web e account sui social media che diffondono disinformazione e propaganda.

In un mondo dove le persone che non vivono in una democrazia sono più di quelle che vivono in un sistema democratico, anche noi abbiamo la responsabilità collettiva di riflettere con spirito critico su ciò che viviamo e lo facciamo, qui, cercando di fare sentire la nostra voce, con onestà e trasparenza.

E ci piacerebbe anche – come Israeliani - partecipare a uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: l’Europa, e non dare l'Europa per scontata. Difenderla. Plasmarla. Viverla. Votarla.

Perché noi non diamo la Vita per scontata. La Difendiamo. La Plasmiamo. La Viviamo. E (quando possiamo) La votiamo.