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(Arc) cultura: Memoria, ghetti e campi sterminio guardando all'oggi. Apertura a Trieste della conferenza internazionale "La vita dietro alle barricate"
Trieste, 23 nov - "Perché dobbiamo scavare nel dolore? Perché ci serve la memoria per non dimenticare che cosa accadde nei ghetti e nei campi di sterminio della seconda guerra mondiale".
È la riflessione che l'assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli ha portato alla conferenza internazionale "La vita dietro alle barricate" apertasi oggi nella sede di Androna Campo Marzio dell'Ateneo triestino e promossa dal Festival viktor Ullmann e dal Dipartimento di Studi umanistici dell'Università in collaborazione con il Museo della Comunità Ebraica "Carlo e Vera Wagner".
Per tre giorni Trieste ospita studiosi di alto livello provenienti da tutto il mondo come Dieter Pohl dall'Università di Klagenfurt, Vincent Slatt dello United State Holocaust Memorial Museum di Washington, Anna Hajkova dell'Università di warwick (Regno Unito) e Stephen Naron dell'Università di Yale (USA).
L'obiettivo del convegno è quello di fare il punto della situazione sui più recenti dibattiti storiografici in merito agli holocaust studies, mettendo il focus sul respiro interdisciplinare che essi hanno assunto nell'ultimo decennio e di cui il convegno vuole farsi piattaforma per fornire uno spazio comune di dialogo tra le varie voci che animano questa discussione.
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Riferendosi alla figura di Viktor Ullmann "è giusto conoscere e rendere omaggio a un grande musicista - ha aggiunto Gibelli – che nei tempi più bui della storia fece intravedere attraverso l'arte che valeva la pena resistere e continuare a difendere i valori della nostra libertà".
Due passaggi più personali da parte dell'assessore: in uno ha ricordato la vicinanza della propria famiglia alla Comunità Ebraica di Milano. "I miei genitori aiutarono carissimi amici Ebrei a fuggire dalla persecuzione per rifugiarsi in Argentina", ha confidato Gibelli, che ha voluto anche dedicare un cenno ad Arduino Agnelli, studioso e senatore della Repubblica cui è dedicata la sala dove si è aperto il Convegno internazionale. "È stata una figura importante del novecento per questa città. Agnelli credeva nella giustizia vera …".
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Roma, 23 nov. (Adnkronos) - da sempre le persone comuni scrivono appelli, suppliche, petizioni alle autorità, cercando, nel rapporto diretto con i governanti, di ottenere favori o rivendicare quel che ritengono spettargli di diritto.
Da qualche decennio, la storiografia ha mostrato un crescente interesse per questo tipo di fonti, e ha utilizzato questi materiali come chiavi di lettura per studiare fenomeni o periodi storici.
A "passato e presente", in onda giovedì 24 novembre alle 13.15 su rai 3 e alle 20.30 su rai storia, Paolo Mieli e la professoressa Enrica Asquer analizzano in particolare tre momenti: un primo approfondimento riguarda le lettere che gli Ebrei italiani scrivono a Mussolini - oltre che alla direzione generale per la demografia e la razza - dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938 da parte del governo fascista. Chi scrive, quasi mai discute o contesta la nuova legislazione, ma chiede la deroga per la propria situazione, adducendo le più svariate motivazioni.
Un secondo capitolo è dedicato alle lettere che molti ex partigiani, soprattutto comunisti - arrestati per atti di violenza compiuti nel contesto della guerra civile, prima e dopo la liberazione - scrivono a Palmiro Togliatti e ai dirigenti del partito comunista per rivendicare il loro comportamento di combattenti per la libertà.
E infine, le lettere che gli italiani scrivono, dopo il 1946, al Presidente della Repubblica, considerato un po’ come il padre di tutti gli italiani. Nelle loro lettere si legge l'evoluzione della società italiana, dalla miseria del periodo della ricostruzione al benessere degli anni del miracolo economico.
(Ar/adnkronos)
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(Ansa) - Roma, 21 nov. 2022 - "I Giudei eliminati dal Circolo della Stampa": è il titolo di una nota di poche righe apparsa il 18 novembre 1938 sul "Popolo di Trieste", seguita dal plauso delle camicie nere della redazione: "Era logico che i Giudei non dovessero più far parte di quella che noi consideriamo la nostra casa, la nostra famiglia. Il giornalismo fascista è un posto avanzato della rivoluzione, che deve essere presidiato da uomini puri di sangue e di cuore, da militi fedeli interamente votati alla causa".
A Trieste, come nel resto d’Italia, la scure delle leggi razziali che, a partire dal settembre del 1938, si abbatte sul mondo della scuola, dell'economia, della cultura e delle professioni dando il via alla persecuzione, cancella la presenza dei giornalisti professionisti e dei pubblicisti ebrei dalle testate cittadine.
Il film documentario "Ultime notizie. Diritto di cronaca, giornalisti e leggi razziali a Trieste" di Sabrina Benussi, al quale ha collaborato il Museo della Comunità Ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner" - in onda martedì 22 novembre alle 22.10 su Rai Storia - racconta questa storia attingendo ad archivi istituzionali e privati e indagando l'impatto che produsse sulle memorie individuali. Un'operazione favorita dallo stesso sindacato dei giornalisti che si occupa di compilare le liste di proscrizione. Lo stesso proprietario del "piccolo", Teodoro Mayer, che pure era stato senatore del regno vicino al regime, sarà costretto a cedere il quotidiano.
Sergio Della Pergola, figlio del giornalista sportivo espulso Massimo Della Pergola, racconta le vicende della sua famiglia in fuga e di come il padre, profugo in Svizzera, inventò il progetto P ovvero il futuro totocalcio. La giornalista Mariella Grande ripercorre le vicissitudini di Ida Finzi, alias Haydée, giornalista e scrittrice costretta, ormai anziana, a nascondersi in un ospizio a Portogruaro e morta in solitudine. Al documentario partecipano il professor Marcello Flores, il conduttore radiofonico e giornalista Massimo Cirri e il giornalista Pierluigi Sabatti, che raccontano l’Italia e in particolare la Trieste dell'epoca e descrivono il clima sia politico che culturale che si respirava. Il film doc è stato promosso dall’Ordine dei Giornalisti e dall'Assostampa del Friuli Venezia Giulia, unitamente al Circolo della Stampa di Trieste, con la collaborazione del Museo della Comunità Ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner".
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LE PROLUSIONI E I VIDEO DELLA CERIMONIA
Prix de la Laïcité 2022
Anne Hidalgo: "La Laicità, discorso repubblicano, è una lingua viva"
Gilbert Abergel: "Il pericolo per la nostra Repubblica è l'islam radicale, l'islam politico, l'islamismo"
Jean-Michel Ribes: "Noi non impediremo a nessuno di credere, ma nessuno ci impedirà di pensare, e soprattutto di creare"
Patrick Pelloux: "La Laicità garantisce la più bella delle libertà, quella di amare chi vuoi, come vuoi, dove vuoi"
Fabrice Drouelle: "Non avete tolto il vostro velo oggi?"
Iris Iran Farkhondeh: "I vostri risultati sono la loro ricerca"
David Cohen: "La radicalizzazione è un fenomeno in corso"
Iannis Roder: Attraverso Samuel Paty, "è perché il corpo insegnante lavora per la libertà che è stato mutilato"
Etienne Klein: "Il sapere, soprattutto quello scientifico, deve poter circolare liberamente"
Annie Sugier: "Il velo significa concretamente e simbolicamente la separazione tra donne e uomini"
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Stoccolma, 21 nov. 2022- (Pam/Adnkronos) - la psicologa e scrittrice svedese Hédi Fried, sopravvissuta all'Olocausto che ha passato l'ultima parte della sua vita in giro per le scuole a testimoniare e a rispondere alle domande dei ragazzi sulla shoah, da quelle più ovvie a quelle più difficili o sorprendenti, poi raccolte in un libro, è morta all'età di 98 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia ai mass media svedesi.
Nata a Sighet, in Romania, il 15 giugno 1924 da genitori ebrei, all'età di 19 anni Fried fu deportata ad Auschwitz con la sua famiglia e successivamente nel lager di Bergen-Belsen. Lei e la sorellina Livi, furono gli unici sopravvissuti della sua famiglia e nel luglio 1945 arrivarono in Svezia su una nave della Croce Rossa.
A Stoccolma Hédi Fried formò una nuova famiglia e studiò all'università come psicologa, che poi divenne la sua professione. Dagli anni '90 ha iniziato a scrivere concentrandosi sulla divulgazione degli orrori dell'Olocausto e sulla sua esperienza nei campi di concentramento.
Autrice di sette libri, nel volume "C'erano anche SS gentili? E le altre domande che mi fanno sull'Olocausto" racconta la sua esperienza di sopravvissuta in giro per le scuole svedesi e all'estero. Nel volume risponde in maniera semplice e diretta a domande come: "Avevi sempre fame?", "Perché non vi siete ribellati?", "Sognavi, la notte?", "Che lingue si parlavano ad Auschwitz?", "Provi odio nei confronti dei tedeschi?", "Hai mai conosciuto uno dei tuoi aguzzini?", "Sei riuscita a perdonare?".
Il suo ultimo libro è "La storia di Brodi" (Einaudi ragazzi, 2022), con le illustrazioni di Stina Wirsén. È una commovente e intensa storia vera che riesce, nella sua semplicità, a raccontare l'orrore della Shoah ai giovani lettori. È la storia autobiografica di Hédi Fried e dell'amore che la legava al suo cane.
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Comunicato stampa del Comitato laicità della Repubblica Francese
I Premi della Laicità 2022 assegnati a Pauline Marois, Annie Sugier,
Etienne Klein, Jean-Michel Ribes (CLR, 10 nov. 22)
16a cerimonia dei Premi della Laicità del Comitato Laïcité République, Municipio di Parigi, 9 – 10 novembre 2022.
Mercoledì 9 novembre 2022, nei saloni del Municipio di Parigi, si è svolta la cerimonia della consegna dei premi della Laicità, alla presenza di Anne Hidalgo, Sindaco di Parigi, François Hollande, ex Presidente della Repubblica, Manuel Valls, ex Primo Ministro, Sarah El Haïry, Segretario di Stato per la Gioventù, Guy Lengagne, ex Ministro.
La giuria dei Premi della Laicità 2022, presieduta da Patrick Pelloux, ha assegnato i Premi a
• Premio Nazionale: Annie Sugier, Presidente della Lega Internazionale per i Diritti delle Donne
• Premio internazionale: Pauline Marois, ex ministro e Premier del Quebec
• Premio scienza e laicità: Etienne Klein, fisico, filosofo della scienza
• Premio cultura e laicità: Jean-Michel Ribes, drammaturgo, regista
Comitato Laicità della Repubblica, il 10 novembre 2022.
La laicità non è un'opinione, è la libertà di averne una.
Communiqué du Comité Laïcité République
Les Prix de la Laïcité 2022 décernés à Pauline Marois, Annie Sugier, Etienne Klein, Jean-Michel Ribes (CLR, 10 nov. 22)
16e cérémonie des Prix de la Laïcité du Comité Laïcité République, Hôtel de Ville de Paris, 9 – 10 novembre 2022.
La 16e cérémonie de remise des Prix de la Laïcité s’est tenue mercredi 9 novembre 2022 dans les salons de l’Hôtel de ville de Paris,
en présence d’Anne Hidalgo, maire de Paris, François Hollande, ancien président de la République, Manuel Valls, ancien Premier ministre, Sarah El Haïry, Secrétaire d’Etat chargée de la jeunesse, Guy Lengagne, ancien ministre.
Le jury des Prix de la Laïcité 2022, présidé par Patrick Pelloux, a décerné les Prix à
- Prix national : Annie Sugier, présidente de la Ligue internationale du droit des femmes
- Prix international : Pauline Marois, ancienne ministre et Première ministre du Québec
- Prix Science et laïcité : Etienne Klein, physicien, philosophe des sciences
- Prix Culture et laïcité : Jean-Michel Ribes, dramaturge, metteur en scène
Comité Laïcité République,
le 10 novembre 2022.
La laïcité n’est pas une opinion, c’est la liberté d’en avoir une.
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