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FRANCIA, DIVELTA LAPIDE PER I 'GIUSTI' CHE SALVARONO EBREI

Dopo abbattimento ulivo per Halimi, torturato e ucciso nel 2006.

(ANSA) - PARIGI, 19 AGO - Una lapide in memoria dei 'Giusti', coloro che nascosero o salvarono ebrei in Francia durante la seconda guerra mondiale, spesso rischiando la vita, è stata divelta in un giardino di Villeurbanne, alla periferia di Lione, nel centro della Francia.

"L'unione di vigliaccheria e stupidità - ha commentato il sindaco socialista, Cédric Van Styvendael - deve preoccuparci e farci mobilitare". La lapide "era stata inaugurato solo qualche mese fa in omaggio ai 'Giusti' di Villeurbanne, che contribuirono a salvare ebrei a rischio della propria vita, dopo che il regime di Vichy (collaborazionista con i nazisti, ndr) aveva varato leggi antisemite".

L'episodio giunge a pochi giorni dall'abbattimento, ad Epinay-sur-Seine, vicino a Parigi, di un ulivo piantato in memoria di Ilan Halimi, un giovane ebreo torturato e ucciso nel 2006. Il Crif, Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, ha "condannato duramente" un fatto "non isolato". "Hanno distrutto l'albero piantato per Ilan Halimi - ha scritto il Crif in un comunicato - hanno profanato il muro con i nomi del Memoriale dell'Olocausto. Alcuni Comuni hanno rifiutato di accogliere cerimonie per la decorazione dei 'Giusti'. Oggi, sparisce una lapide. La logica è sempre la stessa: distruggere i simboli per minare la memoria".

 

FRANCIA: NO BIMBI ISRAELIANI, DIRETTORE RESORT RISCHIA 3 ANNI

(AGI/EFE) - Parigi, 22 ago. - La procura di Perpignan ha dichiarato che il gestore del resort Tyrovol nella città di Porte-Puymorens - vicino al confine con la Spagna e Andorra - senza precedenti penali, avrebbe commesso un reato punibile con una pena detentiva fino a tre anni. In particolare, è accusato di "discriminazione basata sulla religione nell'offerta di un bene o servizio", per aver rifiutato l'ingresso nella sua

struttura di un gruppo di ragazzi israeliani, di età compresa tra gli 8 e i 16 anni, in vacanza in Spagna, che aveva prenotato con largo anticipo.

Sulla sua pagina Facebook, Tyrovol ha dichiarato ieri che il parco era chiuso a causa delle forti tempeste che avevano colpito la zona il giorno prima, informando i suoi clienti che, di conseguenza, avrebbe "effettuato un'ispezione completa delle sue strutture".

La presidente del Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche di Francia (Crif) nella regione Linguadoca-Rossiglione, Perla Danan, ha espresso la sua indignazione per il comportamento del direttore del parco, che non ha esitato a definire "antisemita". "È stato superato un livello di antisemitismo estremamente allarmante", ha dichiarato in un'intervista all'emittente Bfmtv, aggiungendo che "ora ci aspettiamo una reazione molto ferma da parte dei tribunali".

 

AUSTRALIA: REVOCA VISTI A DIPLOMATICI PRESSO ANP, DA ISRAELE "REAZIONE INGIUSTIFICATA"

Canberra, 19 ago - (Agenzia_Nova) - La decisione del ministero degli Esteri di Israele di revocare i visti dei rappresentanti dell'Australia presso l'Autorità' nazionale palestinese (Anp) a Ramallah, in Cisgiordania, è "una reazione ingiustificata, in seguito alla decisione dell'Australia di riconoscere la Palestina". Lo dichiara la ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, in un comunicato. "In un momento in cui dialogo e diplomazia sono più che mai necessari, il governo Netanyahu sta isolando Israele e minando gli sforzi internazionali verso la pace e una soluzione a due Stati", afferma la rappresentante di Canberra. "Continueremo a collaborare con i nostri partner per dare impulso alla soluzione dei due Stati, al cessate il fuoco a Gaza e al rilascio degli ostaggi", aggiunge.

"L'Australia accoglie razze, religioni e opinioni diverse, unite dal rispetto reciproco per l'umanità' e per il diritto di ciascuno a vivere in pace. Tuteliamo le nostre comunità e proteggiamo tutti gli australiani dall'odio e dal male. Il governo australiano adotterà sempre misure decisive contro l'antisemitismo", si legge nella conclusione della nota.
Il ministro degli Esteri di Israele, Gideon Sa'ar, ha deciso ieri (18 agosto) di revocare i visti dei rappresentanti australiani presso l'Anp poche ore dopo che Canberra ha impedito a un legislatore israeliano di entrare nel Paese. Lo ha reso noto lo stesso Sa'ar in un messaggio su X, aggiungendo che l'ambasciatore australiano in Israele è stato informato della decisione.

"Ho incaricato l'ambasciata israeliana a Canberra di esaminare attentamente qualsiasi richiesta ufficiale di visto australiano per l'ingresso in Israele. Ciò fa seguito alla decisione dell'Australia di riconoscere uno 'Stato palestinese' e al rifiuto ingiustificato da parte dell'Australia di concedere il visto a diverse personalità israeliane, tra cui l'ex ministro Ayelet Shaked e il presidente della commissione Costituzione, Legge e Giustizia della Knesset, il parlamentare Simcha Rotman. Mentre l'antisemitismo imperversa in Australia, con manifestazioni di violenza contro gli ebrei e le istituzioni ebraiche, il governo australiano sceglie di alimentarlo con false accuse, come se la visita di personalità israeliane potesse turbare l'ordine pubblico e danneggiare la popolazione musulmana australiana. È vergognoso e inaccettabile", ha affermato il capo della diplomazia di Tel Aviv.

 

ISRAELE-AUSTRALIA: NETANYAHU, GOVERNO ALBANESE FACCIA DI PIU' CONTRO ANTISEMITISMO

Canberra, 21 ago - (Agenzia_Nova) - Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha esortato l'omologo australiano, Anthony Albanese, a fare di più per combattere lo "tsunami di antisemitismo" che ha "invaso" l'Australia dal 7 ottobre 2023, giorno dell'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Parlando all'emittente "Sky News Australia", Netanyahu ha accusato il governo australiano di aver aggravato le tensioni diplomatiche a causa dell'incapacità' di Albanese di dimostrare leadership e convinzione mentre "Israele combatte una guerra a nome della civiltà occidentale".

 

KELANY (FDI), 'SOLIDARIETA' A DIRETTORE TEMPO E GIORNALISTA PER MINACCE DOPO INCHIESTA'

Roma, 21 ago.(Adnkronos) - ''Solidarietà a Il Tempo, al suo direttore Cerno ed alla giornalista Giulia Sorrentino, per le minacce subite a causa della coraggiosa inchiesta portata avanti sui legami tra le sinistre italiane e personaggi vicini all'organizzazione terroristica di Hamas. Denunciamo da tempo le condotte irresponsabili di deputati 5 stelle e del Pd che in più occasioni hanno invitato alla camera ed hanno fatto missioni all'estero con soggetti pericolosi come Hannoun e Hijazi. Ricordiamo che questi due ''testimonial'' pro pal hanno in più occasioni manifestato vicinanza a Hamas ed hanno definito il movimento un legittimo movimento di resistenza, con molteplici post deliranti e discorsi minacciosi nei confronti di Israele e degli ebrei, addirittura ringraziando Dio per il pogrom del 7 ottobre''. Lo ha detto la deputata di Fratelli d'Italia Sara Kelany.

''L'inchiesta mette a nudo queste contiguità pericolose e racconta senza timore i fatti denunciati anche tramite le nostre interrogazioni parlamentari sul punto. Le minacce di querela provano che per taluni la libertà di stampa vale solo a fasi alterne. E mentre noi di Fratelli d'Italia continuiamo a chiedere a Conte cosa pensa delle iniziative dei suoi deputati, senza ricevere risposte, loro cercano di mettere il bavaglio alla stampa libera ed indipendente, solo perché sta togliendo da questi episodi un pesante velo, la cui trama è la propaganda e l'ordito è l'antisemitismo''.

 

L'UCEI, 'FIERA LEVANTE CI RIPENSI, COSÌ FAVORISCE L'ODIO’

'Se c'è filtro morale, allora sarebbe lunga la lista dei Paesi'.

(ANSA) - ROMA, 18 AGO - "Al presidente Frulli chiediamo di ripensare la sua scelta di escludere Israele dalla Fiera del Levante". Così in una nota la presidente dell'Ucei Noemi Di Segni. "Ci si può impegnare a favore della popolazione civile palestinese - aggiunge - con azioni di concreto supporto anziché intraprendere iniziative che aiutano solo a fare palpitare il cuore e favorire realmente chi promuove propaganda e campagne di odio. Se poi vige un filtro morale che porta a escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende ci aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e democrazia".
Di Segni suggerisce di impegnarsi in azioni di supporto di altro genere, "come stanno facendo numerosi enti e Paesi, tra cui l'Italia, e la stessa Israele. Il boicottaggio di Israele nel suo insieme - dice ancora - non solo non aiuterà i bambini di Gaza a recuperare infanzia e sogni perduti come li hanno persi quelli israeliani dopo il 7 ottobre, ma non aiuterà a fare emergere una loro classe dirigente, di ingegneri ed esportatori capaci di investire e vedere oltre l'economia gestita oggi da Hamas".

"Nell'immediato - prosegue la presidente - danneggia la stessa Puglia svuotando il territorio di una presenza che da anni opera nella Regione portando sviluppo, tecnologie innovative specialmente nel campo dell'agricoltura e trattamento delle acque con soluzioni di avanguardia, cosi come il turismo, la ricerca. E sono proprio aziende israeliane dei Kibbutz e città colpiti il 7 ottobre che credevano fermamente nella convivenza con i palestinesi e con loro hanno maturato modelli di sviluppo e trasferimento di know how e tecnologie ad essere colpite da questa decisione. Quelle che guardano ai legami con città e regioni gemellate per vicinanza climatica, in Italia e nella stessa vicina Gaza, che invece potrebbero aiutare quel 'giorno dopo' per una ricostruzione e recupero a favore della popolazione palestinese. Perché allora non invitare proprio queste aziende, università, entità esperte israeliane capaci di promuovere il bene anche di Gaza? Perché questa illogicità?".

 

"Se poi - sostiene poi - vige un filtro morale che porta a escludere Paesi in quanto tali con tutte le loro aziende, ci aspettiamo un elenco molto lungo di Paesi in continenti diversi che esprimono politiche lontane da ogni concetto di umanità e democrazia. Anche tra quelli impegnati in guerre sanguinarie e nella persecuzione dei propri cittadini non c'è traccia nella linea politica adottata per questa importante Fiera.

Evidentemente - conclude - il mercante in Fiera ha mischiato molto bene le carte ed è rimasto solo l'azzardo e un certo tipo di interessi e sentimenti a guidare le scelte di un Ente pubblico che dovrebbe con senso di responsabilità saper concorrere a sviluppare relazioni generatrici di bene e sviluppo a livello locale".

 

A COMUNE SCANDICCI BANDIERA PALESTINA, PROTESTA AMICI ISRAELE

Polemica alle porte di Firenze.

(ANSA) - SCANDICCI (FIRENZE), 20 AGO - Il Comune di Scandicci (Firenze) ha esposto la bandiera della Palestina sulla terrazza dell'Auditorium "come segno di solidarietà e vicinanza al popolo palestinese - si legge in una nota dell'amministrazione - e come appello urgente per un cessate il fuoco immediato, per una pace giusta e duratura fondata sul riconoscimento reciproco e sul rispetto dei diritti di tutti".

Per la sindaca Claudia Sereni "è in corso un'azione di distruzione sistematica, che ha assunto i contorni di un vero e proprio genocidio programmato e organizzato", e dunque "condanniamo senza ambiguità ogni forma di terrorismo, così come ogni violazione dei diritti umani e del diritto internazionale.

Le azioni del governo israeliano guidato da Netanyahu stanno generando nel mondo un nuovo e pericolosissimo clima di odio, che finisce per colpire anche il popolo ebraico. Un nuovo vento di odio da cui prendiamo le distanze".

Critico Kishore Bombaci, presidente dell'Associazione Fiorentina Amici di Israele: "Quando il sindaco parla di 'genocidio organizzato e programmato' dice una cosa gravissima, oltre che lontana dal vero", ha dichiarato, sottolineando che "si vuol implicitamente imputare al Governo il pericoloso consumarsi di fenomeni, talvolta anche violenti, di antisemitismo. E questo non può essere accettato. Si tratta di una semplificazione imbarazzante che allontana la verità e la giustizia. Noi respingiamo al mittente questa tesi assurda che confonde le vittime (gli ebrei) con i carnefici (gli antisemiti)".

 

CORTE, LEGITTIMO VIETARE INGRESSO A BUCHENWALD CON LA KEFIAH

Il tribunale di Weimar ha respinto il ricorso di una visitatrice.

(ANSA) - BERLINO, 20 AGO - Il tribunale amministrativo di Weimar ha respinto il ricorso di una donna alla quale era stato vietato di visitare l'ex campo di concentramento di Buchenwald perché indossava una kefiah palestinese. La decisione era stata presa dalla fondazione che si occupa del sito in occasione delle iniziative per gli ottant'anni della liberazione di Buchenwald.

Secondo l'agenzia tedesca Dpa il tribunale ha ritenuto fondata la decisione della fondazione perché la kefiah "poteva mettere a repentaglio il senso di sicurezza di molti ebrei".

Inoltre, il tribunale ha tenuto conto del fatto che non si trattava di una esclusione rivolta contro una persona, ma "limitata alla circostanza di indossare un determinato oggetto".

Si tratta di una vicenda per la quale la stessa fondazione ha voluto fare chiarezza pubblicando lo scorso luglio una lunga nota sul proprio sito. Ai lavoratori impegnati nell'assistenza ai visitatori e nella sicurezza sono state fornite informazioni utili per capire quando e come intervenire per evitare che all'interno del sito siano realizzate attività di propaganda politica, in particolare delle destre estremiste ma non solo.

La fondazione ha commentato la sentenza chiarendo che non considera la kefiah, indossata anche da membri di gruppi filopalestinesi, come antisemita di per sé, decisiva è sempre la valutazione del contesto: esattamente quello che si legge nelle indicazioni predisposte per i lavoratori del sito.

GERMANIA: POLEMICHE PER POST ANTISEMITA ASSOCIAZIONE GIOVANILE DELLA SINISTRA

Francoforte (Germania), 19 ago. (LaPresse) - Un post antisemita pubblicato sull'account ufficiale X del Linksjugend Solid - l'ala giovanile ufficiale del partito politico Die Linke - di Francoforte ha suscitato indignazione. Il post, ora cancellato, riguardava un episodio in cui una compagnia aerea spagnola aveva cacciato dall'aereo un gruppo di studenti ebrei in visita. "Ci dispiace deludervi. Lo sfratto non è avvenuto mentre l'aereo era in volo", si leggeva sull'account del Linksjugend. In seguito alle massicce critiche, la Gioventù della Sinistra di Francoforte si è scusata e ha rimosso il post. Era stato scritto da un singolo individuo. L'individuo è stato sospeso e non è più membro della Gioventù della Sinistra di Francoforte, ha reso noto l'organizzazione. L'autore non è mai stato iscritto al partito. Il politico della Sinistra Dietmar Bartsch ha definito il post assolutamente inaccettabile e altamente sprezzante. "Bisogna usare tutti i mezzi possibili contro tali dichiarazioni, come è stato fatto a Francoforte", ha dichiarato Bartsch a Der Spiegel.

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ONU, 'FAME A GAZA PROMOSSA DA LEADER ISRAELE COME ARMA'

Fletcher chiede a Netanyahu di aprire i valichi per gli aiuti (ANSA) - LONDRA, 22 AGO - La fame a Gaza è "apertamente promossa da alcuni leader israeliani come arma di guerra". Lo ha detto il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, commentando il rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), sistema globale di monitoraggio della fame sostenuto dalle Nazioni Unite, sulla carestia nella Striscia. "È una carestia che ci perseguiterà tutti" ha aggiunto, invitando il premier Benjamin Netanyahu a un "cessate il fuoco immediato" e chiedendo che vengano aperti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari.

 

GAZA: ONU "500 MILA PERSONE ALLA FAME", PER ISRAELE "NESSUNA CARESTIA"

GAZA (ITALPRESS) - Il sistema di monitoraggio sulla sicurezza alimentare Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), sostenuto dalle Nazioni Unite, ha definito la situazione a Gaza City di livello 5, ovvero il più grave. La relazione definisce "carestia" la situazione in un'area abitata da 500 mila persone. A rischio malnutrizione sono 132 mila bambini sotto i 5 anni, precisa ancora il rapporto. La fame è promossa a Gaza "da alcuni leader israeliani come arma di guerra", ha dichiarato il responsabile per le questioni umanitarie dell'Onu, Tom Fletcher, commentando il rapporto dell'Ipc. Fletcher ha chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di accettare "un cessate il fuoco immediato". Il rapporto ha visto la risposta di Israele, attraverso il suo ministero degli Esteri. "Non c'è carestia a Gaza", ha sottolineato il dicastero aggiungendo che "l'intero rapporto si basa sulle bugie di Hamas".

 

 

 

GERUSALEMME BLOCCA I CONTI DEL PATRIARCATO ORTODOSSO

(AGI) - Citta' del Vaticano, 22 ago. - La municipalità di Gerusalemme ha "congelato" tutti i conti bancari appartenenti al patriarcato greco-ortodosso, come emerge da una dichiarazione ufficiale della comunità guidata dal primate Teofilo III. Lo rende noto Asianews che riporta la nota del comune di Gerusalemme nella quale si decide "unilateralmente di congelare il conto bancario del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme". "È nostra convinzione - si legge nella nota – che il ragionamento alla base di questa decisione sia legato alla questione dell'Arnona", la controversa tassa di proprietà che i Comuni incassano sulle proprietà immobiliari.

La disputa tra il comune e diverse chiese che detengono proprietà a Gerusalemme va avanti da diversi anni. Un accordo decennale tra le Chiese e lo Stato di Israele aveva impedito al comune di Gerusalemme di riscuotere l'imposta sulla proprietà dalle istituzioni cristiane. Tuttavia, nel 2018, la città ha deciso che l'esenzione per le congregazioni e comunità cristiane si applicasse solo alle proprietà utilizzate "per la preghiera, per l'insegnamento della religione o per le esigenze derivanti da ciò". Da qui l'esclusione di attività al servizio dei pellegrini come pensioni e caffetterie.
Citta' del Vaticano, 22 ago. - Uno scontro che ha registrato fasi di profonda tensione, culminate il 25 febbraio 2018 nella storica decisione del patriarca armeno Manougian, del greco-ortodosso Teofilo III e del custode di Terra Santa fra Francesco Patton di chiudere il santuario del Santo Sepolcro.

Nel mirino una bozza di legge sull'esproprio di terreni appartenuti a Chiese e la richiesta dell'allora sindaco Nir Barkat di versare anni di tasse, contravvenendo agli accordi legati allo status quo. Il comune aveva fatto marcia indietro solo dopo l'intervento del premier Benjamin Netanyahu ma, da allora, le tensioni sono più volte riemerse fra municipalità e autorità ecclesiastiche su proprietà o attività specifiche.

"Come enti religiosi, le chiese svolgono ruoli vitali mantenendo istituzioni educative, assistenziali e caritatevoli che servono la popolazione locale, cristiana o non", spiegano negli ambienti del Patriarcato. Per questo motivo, storicamente, le chiese "non hanno mai pagato le tasse comunali o governative per le proprietà" durante i periodi di dominio ottomano, britannico, giordano o israeliano. Secondo Protecting Holy Land Christians, che è collegato anche al Council of Patriarchs and Heads of Churches in Jerusalem, il patriarcato greco-ortodosso "non è ora in grado di pagare gli stipendi al clero, agli insegnanti e al personale". Tuttavia, altre Chiese affrontano controversie simili: una causa è aperta contro il patriarcato armeno dal comune di Gerusalemme e sarà discussa a settembre.

 

THRALL, L'EMIGRAZIONE VOLONTARIA DA GAZA È PULIZIA ETNICA

'Israeliani manifestano solo per la liberazione degli ostaggi'.

(ANSA) - ROMA, 21 AGO - "L'obiettivo ultimo di Israele è spostare i palestinesi dalla Striscia. Netanyahu e i suoi ministri lo hanno detto, e a marzo il Gabinetto di sicurezza ha approvato un piano ad hoc. La chiamano emigrazione volontaria, in realtà è pulizia etnica. È già in corso, ma il quadro strategico per Israele cambia solo se riesce a spingerli fuori".

Lo afferma lo scrittore ebreo americano Nathan Thrall, premio Pulitzer 2024, che da anni risiede a Gerusalemme, intervistato da La Repubblica.

Riguardo alle recenti manifestazioni a Tel Aviv, Thrall sottolinea: "Gli israeliani non si stanno ribellando alle uccisioni dei civili a Gaza. C'è una minoranza che manifesta per fermare le sofferenze dei gazawi, ma la maggioranza ha una sola richiesta: il rilascio degli ostaggi. Molti, inclusi opinionisti di centrosinistra e i leader dell'opposizione, dicono al governo 'fate l'accordo, salvate gli ostaggi a qualunque prezzo, poi avrete l'opportunità di distruggere Hamas'. In sostanza, una chiamata all'inganno di Hamas e di chiunque stia negoziando a Doha. Nelle ultime settimane, anche la stanchezza per la guerra ha spinto le masse a protestare".

Lo scrittore commenta: "Ci diciamo spesso che il problema è Netanyahu e la sua coalizione di estremisti, e che senza di loro le cose andrebbero meglio, poi però i sondaggi mostrano che il 79 per cento degli ebrei israeliani non è disturbato dalla fame a Gaza. È sorprendente quanto corta sia la nostra memoria: due anni e mezzo fa avevamo un governo guidato dal centrista Lapid e da Bennet, e le politiche nei confronti dei palestinesi non erano diverse. Hanno costruito persino più insediamenti dei predecessori. La convinzione dei progressisti europei che il problema sia la destra israeliana è una bugia che è conveniente dirsi per non emettere sanzioni e continuare a sostenere il genocidio".

 

RENZI: FRASE EX CAPO INTELLIGENCE ISRAELE RICHIAMA IL NAZISMO

Commento all'audio di Aharon Haliva.

Roma, 20 ago. (askanews) - La frase dell'ex capo dell'intelligence israeliana, Aharon Haliva, "richiama il nazismo", sono parole che "utilizzava la Gestapo quando andava a prenderne uno ogni dieci e faceva le rappresaglie". Lo ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, a In Onda su La7, commentando l'audio di Haliva diffuso alcuni giorni fa in cui diceva che "per ogni ebreo morto il 7 ottobre 2023, 50 palestinesi devono essere uccisi, non importa se bambini".

 

NEGATO INGRESSO IN ISRAELE AL SINDACO DI BARCELLONA

Madrid (Spagna), 22 ago. (LaPresse) - Le autorità israeliane hanno negato l'ingressonel Paese al sindaco di Barcellona, il socialista Jaume Collboni per "commenti anti-israeliani". Ne hanno dato notizia i media ebraici. Ynet riferisce che Collboni sarebbe dovuto arrivare in Israele stasera ma che è stato informato all'ultimo momento della decisione delle autorità che arriva tre mesi dopo che il Consiglio comunale di Barcellona ha votato per tagliare i legami istituzionali con il governo israeliano e sospendere l'accordo di amicizia con Tel Aviv. Collboni, dopo l'arrivo a Tel Aviv, si sarebbe recato a Gerusalemme per visitare i luoghi simbolici della città, per poi trasferirsi a Ramallah e Betlemme, in Cisgiordania. In entrambe le città palestinesi aveva in programma incontri con i rispettivi sindaci e la presentazione di progetti dicooperazione finanziati dal Comune di Barcellona, riferisce El Paìs. Il viaggio aveva una chiara connotazione di sostegno alla Palestina, anche se includeva gesti simbolici, come una visita al Monte Herzl di Gerusalemme, con una deposizione di fiori sulla tomba di Isaac Rabin, e al museo dell'Olocausto della città.

 

ISRAELE: ULTRAORTODOSSI BLOCCANO STRADE PER PROTESTA CONTRO LEVA

(AGI) - Roma, 20 ago. - Continua la lotta degli ultraortodossi contro i tentativi delle autorità di includere i giovani haredi nel servizio militare obbligatorio. Attivisti hanno bloccato gli svincoli su tre autostrade in Israele per protestare contro "l'aggressiva persecuzione degli studenti della Torah", dopo la mancata approvazione di una legge che esenti i giovani ultraortodossi dalla leva. Di recente la polizia ha cominciato ad arrestare e incarcerare alcuni renitenti, scatenando la dura reazione della comunità religiosa.

"A causa della persecuzione del mondo della Torah in Israele e dell'incarcerazione di studenti per il crimine di studiare la Torah", il rabbino Azriel Auerbach ha ordinato di "lanciare una lotta furiosa senza compromessi contro le autorità, finché non capiranno che scatenare persecuzioni e oppressione contro gli studenti della Torah ha un prezzo", si legge in una nota del Comitato per la salvezza del mondo della Torah.

 

ISRAELE: HAREDI CONTRO LEVA, GIORNATA INTERNAZIONALE DI PROTESTA

(AGI) - Roma, 19 ago. - Continua la protesta degli ultraortodossi in Israele contro la mancata approvazione di una legge che esenti i giovani haredi dalla leva militare obbligatoria. I leader religiosi hanno indetto una giornata internazionale di preghiera e digiuno per giovedì contro i recenti tentativi del governo di arruolare gli studenti delle yeshiva e di arrestare coloro che si rifiutano.

Intanto il deputato di United Torah Judaism, Moshe Gafni, ha minacciato che potrebbe votare contro l'aumento al bilancio della difesa, che verrebbe attuato con il taglio di fondi stanziati per l'istruzione ultraortodossa.

APPELLO 80 RABBINI, 'ISRAELE DENUNCI CARESTIA E FERMI I COLONI'

Tra le firme quelle di David Rosen e dell'inviato in Vaticano.

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 20 AGO - Sta ricevendo sempre più adesioni di ora in ora la lettera-appello di 80 "moderni rabbini ortodossi internazionali", intitolata 'Un appello alla chiarezza morale, alla responsabilità e a una risposta

ebraico-ortodossa di fronte alla crisi umanitaria di Gaza', firmata tra gli altri dal rabbino David Rosen, per oltre 30 anni direttore internazionale degli affari religiosi dell'American Jewish comittee, ex rabbino capo di Irlanda e con solidi

rapporti di dialogo con il Vaticano.

Una copia della lettera è stata inviata da Rosen anche in Vaticano, all'ufficio competente per il dialogo con l'ebraismo.

"La dichiarazione - si legge in una nota sul sito dello stesso Rosen - esorta lo Stato di Israele ad affrontare la diffusa carestia a Gaza e a denunciare la violenza estremista dei coloni".

L'iniziativa è stata guidata dal rabbino Yosef Blau, ex presidente dei Religious Zionists of America e da lungo tempo consigliere spirituale (mashgia chruchani) presso il Seminario Teologico Rabbi Isaac Elchanan (Riets) della Yeshiva University.

Spiegando le sue motivazioni, il rabbino Blau ha affermato: "Il mio sostegno a Israele e al sionismo deriva dal mio impegno per l'ebraismo. Una lealtà acritica è in contraddizione con l'introspezione fondamentale dell'ebraismo. Quando la religione viene usata per giustificare l'adorazione del potere, distorce la moralità di base".

I firmatari sottolineano tuttavia il loro profondo legame con Israele, descrivendo gli ebrei ortodossi come "tra i più devoti sostenitori di Israele". "I peccati e i crimini di Hamas – si legge in un altro passaggio della lettera apparsa anche sulla Jewish Telegraphic agency - non esonerano il governo di Israele dal suo obbligo di compiere tutti gli sforzi necessari per impedire la carestia di massa", scrivono i rabbini.

Tra gli altri fimatari, il rabbino Pinchas Giller i rabbini capo di Polonia, Danimarca e Norvegia, unitamente a rabbini anziani di importanti congregazioni ortodosse di Los Angeles e Washington.

 

Rassegna stampa - conflitto – Gaza, a cura di REDAZIONE ETICA A.c., 14 agosto 2025

 

EGITTO: IL #CAIRO CHIEDE CHIARIMENTI A ISRAELE SU DICHIARAZIONI DI NETANYAHU SULLA "GRANDE ISRAELE"

Il Cairo, 13 ago - (Agenzia_Nova) - L'Egitto ha chiesto chiarimenti al governo israeliano in merito alle dichiarazioni attribuite al primo ministro Benjamin Netanyahu, secondo cui il leader israeliano avrebbe espresso fiducia nella visione di una "Grande Israele" comprendente parti di Giordania, Egitto, Siria e altri Paesi arabi. In una nota, il ministero degli Esteri egiziano ha condannato tali affermazioni, ritenendole un segnale di instabilità e un rifiuto dell'opzione di pace nella regione, con il rischio di alimentare l'escalation. Il Cairo ha ribadito la propria volontà di lavorare per una pace duratura in Medio Oriente, sottolineando che posizioni di questo tipo sono in contrasto con le aspirazioni delle parti regionali e internazionali che mirano a garantire sicurezza e stabilità a tutti i popoli dell'area.

 

LA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO CHIEDE CHE IL 'GENOCOST SIA RICONOSCIUTO

(DIRE) Roma, 14 ago. Il 2 agosto a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, si è tenuta una celebrazione per commemorare le vittime di quasi trent'anni di conflitto che interessano il paese e in particolare il nord-est. L'evento si è svolto alla presenza di istituzioni, cantanti e intellettuali, cittadini e famigliari delle vittime presso il Memoriale del genocidio, meglio noto come "Genocost Memorial". Infatti, in questa occasione, il presidente Felix Thisekedi ne ha approfittato per lanciare un appello alla comunità internazionale affinché riconosca il genocost, ossia il genocidio contro una popolazione motivato dalla necessità di appropriarsi delle sue risorse naturali e minerarie.

A coniare questo nuove termine - che non trova ancora riconoscimento al di fuori del Paese - è stata la Plateforme d'action des jeunes congolais (Cayp) che, col sostegno di numerose realtà della società civile, è riuscita intanto nell'impresa di far istituire, appena tre anni fa, la giornata nazionale del 2 agosto dedicata alle vittime del conflitto scoppiato a Goma nel 1998. Quel giorno, un gruppo ribelle attaccò il capoluogo del Nord Kivu, col sostegno di Ruanda e Uganda, innescando il conflitto ancora in corso. Report di organismi locali e dell'Onu stimano che 10 milioni di persone siano rimaste uccise, di cui solo 400mila inserite per il momento in un registro ufficiale. Il primo agosto, alla vigilia delle celebrazioni a Kinshasa, la Cayp insieme alla Ligue Internationale de Défense des Droits de la Femme Congolaise (Liddfc), ha diffuso un documento in cui sono esposte le ragioni per riconoscere il "genocost" a livello internazionale. Ma la Repubblica democratica del Congo non è il solo paese a chiedere che il riconoscimento di un genocidio subito. A esporre una "carrellata" di genocidi passati e presenti, presunti o accertati, sono Antonio Marchesi e Riccardo Noury nel saggio 'Genocidi', edito da Poeple. - Docente di diritto internazionale il primo e portavoce di Amnesty International il secondo, i due passano in rassegna la storia di tale concetto a partire dalla creazione della parola negli anni quaranta del secolo scorso, ad opera del giurista ebreo polacco Raphael Lemkin, per descrivere le persecuzioni che ebrei e vari gruppi etnici o sociali stavano subendo da parte delle Forze dell'Asse. Il neologismo è quindi parte del processo di pacificazione avviato all'indomani della Seconda guerra mondiale e di quello sforzo di attivare meccanismi che avrebbero garantito la convivenza tra Stati.

Il neologismo fu infatti adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e divenne la base della Convenzione sul genocidio del 1951, secondo cui l'atto genocidario si fonda sull'intenzione deliberata di distruggere uno dei gruppi protetti (nazionale, etnico, razziale o religioso). Lo sterminio di ebrei, rom, sinti, persone con disabilità o oppositori nei campi nazisti è un evento, dunque, chiave, ma non è un unicum. Lo precede il genocidio degli armeni nel 1915 ad opera dei nazionalisti turchi - che Ankara non ha mai riconosciuto -, degli Hazara

nell'Afghanistan di fine Ottocento, oppure dei popoli Herero e Nama nell'attuale Namibia a inizio Novecento, o anche lo "Holodomor", "il genocidio per fame" di cui venne accusata l'Unione sovietica del 1932 e il 1933 contro la popolazione dell'allora Repubblica sovietica di Ucraina. Ci sono poi quelli accertati, quelli in corso di giudizio e quelli mai accertati.

Nella prima categoria ricade il genocidio del Ruanda nel 1994 e quello di Srebrenica, nell'ex Jugoslavia, del 1995, quello perpetrato in Cambogia tra il 1975 e il 1979 contro i civili da parte dei khmer rossi o infine il genocidio degli Yazidi commesso dal gruppo Stato Islamico a partire dal 2014. In tutti e quattro i casi, i tribunali sono arrivati a condannare alcuni dei responsabili.

Tra gli eventi genocidari presunti ma mai accertati c'è lo sterminio dei curdi tramite armi chimiche in Iraq nel 1988, il massacro dei nativi Maya in Guatemala tra 1978 e il 1983, o anche la "sinizzazione" forzata dei tibetani da parte della Repubblica popolare cinese a partire dal 1950, che ha visto la distruzione dei templi tibetani e buddisti, il divieto di studiare la lingua e la cultura locale, l'incarcerazione degli oppositori e l'occupazione militare.

 

AMB. ISRAELE CRITICA OSS. ROMANO, NON DECIDIAMO CON LA BIBBIA

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 13 AGO - Dure critiche da alcuni

esponenti del mondo ebraico sono espresse per l'articolo pubblicato dall'Osservatore Romano nei giorni scorsi a firma del biblista padre David Neuhaus che parlava dell'uso della Bibbia per giustificare i conflitti. L'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Yaron Sideman, su "Middle East Forum" sottolinea che "la storia è piena di esempi di scritture religiose, di qualsiasi religione, usate al servizio del bene o manipolate per compiere il male. Forse l'esempio più eclatante di quest'ultimo è l'interpretazione perversa della religione da parte di gruppi islamici radicali - come Hamas, Iran ed Hezbollah – per giustificare i più orribili atti di violenza che commettono, in nome di Dio, contro qualsiasi gruppo di persone che non aderisca alla loro visione dell'Islam". Sideman ha citato come esempio le grida di "Allahu Akbar" (Dio è grande) dei terroristi di Hamas mentre uccidevano, violentavano, torturavano e rapivano il 7 ottobre 2023. "Quando Israele, tuttavia, prende decisioni in materia di sicurezza, i decisori non aprono una Bibbia e ne interpretano i testi, come potrebbe suggerire il signor Neuhaus.

Piuttosto, Israele adotta la migliore linea d'azione che ritiene necessaria per difendersi da minacce esistenziali molto concrete che gli vengono rivolte. Le polemiche religiose tra cristiani ed ebrei non sono né necessarie né pertinenti in questo caso", dice l'ambasciatore.

Nell'articolo del portale, nel quale è inserita questa riflessione dell'ambasciatore, si registrano critiche anche di altri esponenti e si definisce l'Osservatore Romano "noto per il suo antisemitismo" (ANSA).

 

LEADER ULTRAORTODOSSO CONTRO GOVERNO PER ARRESTO RENITENTI LEVA

Tel Aviv, 6 ago. (Adnkronos) - Il leader spirituale del partito ultra ortodosso Degel HaTorah ha accusato il governo israeliano di aver scatenato una guerra contro la comunità haredi, una branca dell'ebraismo ultraortodosso che si caratterizza per una interpretazione molto rigida delle scritture religiose, in seguito all'arresto di due renitenti alla leva haredi. Lo riporta il quotidiano Times of Israel.

"Lo Stato di Israele ha dichiarato guerra agli studenti delle yeshivot", scuole religiose ebraiche in cui si studiano principalmente il Talmud e la Torah. L'ebraismo haredi "si impegnerà in una lotta globale come mai prima d'ora", ha dichiarato un portavoce del rabbino Dov Landau, uno dei più importanti leader della corrente ultra-ortodossa "lituana".

Insieme al movimento hassidico AgudatYisrael, Degel HaTorah è una delle due fazioni del partito United Torah Judaism (YahadutHaTorah).

La dichiarazione di Lando è arrivata mentre si consultava con gli attivisti haredi nella sua casa di BneiBrak, nel centro di Israele, al fine di raggiungere "un consenso per una risposta" tra i vari sottogruppi haredi.

Parlando ad una conferenza rabbinica a BneiBrak la scorsa settimana, Lando ha avvertito che se le autorità israeliane cominceranno ad arrestare gli studenti delle scuole religiose per evasione della leva, la comunità Haredi "farà tremare il mondo, con tutta la nostra forza e il nostro cuore" e che il governo si troverà di fronte "a un ebraismo Haredi unito e globale, che lotta per la sua anima".

 

GLI ULTRA-ORTODOSSI ISRAELIANI GIURANO DI RESPINGERE DOPO L'ARRESTO DEGLI STUDENTI

(ANSA-AFP) - ROMA, 07 AGO - La comunità ebraica ultra-ortodossa di Israele si è impegnata a resistere alle mosse del governo per chiamare gli studenti del seminario al servizio militare giovedì, mentre i manifestanti sono scesi in strada per protestare contro l'arresto di due obiettori.

"Le autorità dovranno affrontare un ebraismo ultra-ortodosso globale unito che combatte per la sua anima", ha detto il leader spirituale degli ebrei ultra-ortodossi di origine europea, il rabbino Dov Landau, al principale giornale della comunità, Yated Neeman, sotto il titolo in prima pagina "Guerra".

L'esenzione di molti uomini ultra-ortodossi dal servizio militare svolto da altri ebrei è stata a lungo una questione controversa in Israele, ma lo è diventata ancora di più man mano che la guerra di Gaza si è trascinata, mettendo a dura prova i riservisti dell'esercito.

Il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto affidamento sul sostegno di due partiti ultra-ortodossi per la sua maggioranza in parlamento.

Ma la sua incapacità di approvare una nuova legislazione per dare agli studenti di seminario a tempo pieno l'esenzione continua dal servizio militare ha messo alla prova questo sostegno.

Entrambi i partiti ultra-ortodossi hanno ritirato i loro ministri dal governo, mentre uno ha smesso di sostenerlo anche in parlamento.

La comunità ultra-ortodossa rappresenta il 14% della popolazione ebraica di Israele, circa 1,3 milioni di persone e circa 66.000 uomini in età militare hanno beneficiato ogni anno di esenzioni.

L'esercito israeliano ha annunciato all'inizio di luglio che decine di migliaia di ordini di coscrizione sarebbero stati inviati agli ebrei ultra-ortodossi.

All'inizio di questa settimana, le autorità hanno arrestato due fratelli, entrambi studenti di seminario a tempo pieno, dopo che non hanno ascoltato i documenti di convocazione.

Giovedì sera, a Gerusalemme, manifestanti ebrei ultra-ortodossi si sono riuniti per protestare contro gli arresti, con la polizia che ha poi usato cannoni ad acqua per disperdere la folla.

 

GAZA: 265 GIORNALISTI UCCISI, +32% MORTI PER FAME

(9Colonne) Roma, 11 ago - "Oggi Gaza ha perso non solo cinque professionisti dell'informazione, ma cinque occhi sul mondo, cinque voci che raccontavano la verità e che sono state messe a tacere con la violenza," così il presidente onorario della co-mai (comunità del mondo arabo in Italia) e presidente dell'umem (unione medica euromediterranea) nonché a nome dei rispettivi consigli direttivi. Le vittime sono: anas al-sharif, corrispondente; mohammedqreiqa, corrispondente; ibrahimzaher, cameraman; moamenalouwa, cameraman; mohammednoufal, autista. Tutti assassinati mentre documentavano la tragedia quotidiana della popolazione civile di gaza.

Dal 7 ottobre 2023, gaza è diventata la zona di guerra più mortale al mondo per i giornalisti. I nostri giornalisti e medici segnalano oltre 265 tra giornalisti, cameraman e operatori dei media uccisi, la maggior parte palestinesi. Mai, nella storia recente, la libertà di stampa ha subito un colpo così devastante. In molti casi, le vittime indossavano chiaramente giubbotti con la scritta "press" o si trovavano nelle proprie abitazioni insieme alle famiglie. Questa non è una tragica casualità: è un attacco deliberato alla documentazione indipendente, per oscurare la verità e controllare la narrazione. "Uccisi dentro le loro tende mentre erano a lavoro: orrore senza fine" prosegue Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto di salute globale, direttore dell'aisc - agenzia internazionale di informazione senza confini, e ancora come membro del registro esperti fnomceo, quattro volte consigliere dell'omceo di Roma e docente dell'università di Tor vergata. "Questi cinque colleghi sono morti mentre si trovavano al lavoro, sotto la loro tenda. È Un triste e drammatico record mondiale per le uccisioni, senza considerare i numerosi giornalisti feriti. Nello stesso tempo, più di 1.280 Professionisti della sanità sono stati uccisi, tra medici, infermieri e operatori sanitari. Per quanto riguarda l'impegno di co-mai, aisc news e umem, questo non nasce oggi e nemmeno ieri: nasce dal 2008, anno in cui è nata la comunità del mondo arabo in Italia, impegnata quotidianamente a favore della verità, della solidarietà, del dialogo e della pace. Un impegno portato avanti senza mai perdere l'equilibrio del linguaggio, nel rispetto reciproco e nella lotta costante contro antisemitismo, islamofobia e ogni forma di discriminazione religiosa. Ripetiamo: la questione non è religiosa, la questione è politica. Lo ribadiamo fin dal 2000 con l'impegno di amsi, associazione medici di origine stranieri in italia, a favore dei diritti umani, del diritto alla salute, dei corridoi sanitari e delle emergenze in tutti i conflitti che abbiamo seguito. Abbiamo seguito tutte le crisi internazionali e le emergenze umanitarie, senza distinzioni. Il nostro appello al mondo politico italiano ed europeo è chiaro: non dividetevi tra tifosi di una parte o dell'altra. Dobbiamo tifare tutti per la pace, per il dialogo, per la verità e per salvare i bambini e le donne civili: questo è ciò che conta davvero. La storia giudicherà chi ha avuto ".Parallelamente alla guerra contro l'informazione, gaza affronta una crisi umanitaria senza precedenti: 217 morti per fame accertati negli ultimi mesi, di cui 100 bambini; un aumento del 32% rispetto al periodo precedente; quasi 12.000 Bambini sotto i cinque anni in condizioni di malnutrizione acuta. Centinaia di migliaia di persone sono senza accesso regolare ad acqua potabile, cure mediche e cibo. Gli ospedali, già al collasso per la mancanza di carburante e medicinali, operano in condizioni estreme e sotto il costante pericolo di bombardamenti. Medici e infermieri lavorano sotto minaccia costante, molti cadendo vittime insieme ai pazienti. L'appello di Aodi alla comunità internazionale: "ci inchiniamo davanti al sacrificio dei colleghi di al jazeera e di tutti i giornalisti, operatori sanitari, donne, bambini e civili uccisi in questa guerra che nega diritti, voci e vite. Questi crimini non possono essere normalizzati né dimenticati: ogni silenzio complice e ogni ritardo della comunità internazionale è una condanna a morte per altri innocenti. Non si può parlare di difesa o di sicurezza quando a morire sono coloro che curano, informano, salvano vite e raccontano la realtà. Esprimiamo la nostra solidarietà più profonda alle famiglie e alle comunità colpite e rivolgiamo un appello urgente: aprite i valichi senza condizioni, garantite corridoi umanitari permanenti e sicuri, proteggete chi testimonia la verità e chi cura i feriti, fermate la carestia e il massacro. Non chiediamo carità, chiediamo il rispetto del diritto internazionale e della dignità umana. La storia giudicherà duramente chi oggi resta a guardare e chi, potendo intervenire, ha scelto di voltarsi dall'altra parte.". Le conclusioni di Aodi: "rivolgo un appello all'ordine dei giornalisti, in qualità di collega giornalista, e alla fnomceo, in qualità di medico, così come agli esponenti dei vari albi professionali. Chiedo di far sentire la propria tutela nei confronti di giornalisti, professionisti della sanità e rivolgo il mio appello a tutti gli altri ordini professionali sanitari, poiché tra le vittime e i soggetti a rischio ci sono infermieri, psicologi, fisioterapisti e molte altre figure professionali".

 

RABBINO WEISZ AL PAPA, 'FERITI DA ASSOCIAZIONE GAZA E UCRAINA SENZA DISTINZIONE MORALE'

Inviata lettera a Leone XIV

Tel Aviv, 10 ago. (Adnkronos) - Il rabbino Eliezer Simcha Weisz, uno dei membri del Gran rabbinato di Israele ha scritto a Papa Leone XIV esprimendo preoccupazione per le recenti dichiarazioni del Pontefice su Gaza e Ucraina. "L'istinto a mostrare compassione per coloro che soffrono è ammirevole e profondamente umano. Tuttavia, citando Gaza e Ucraina insieme - senza tracciare una distinzione morale, e senza alcun riferimento agli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas - molti nel mondo ebraico hanno sentito una equivalenza dolorosa che ci ha profondamente ferito", ha scritto Weisz mercoledì, come riferisce oggi il 'Times of Israel'. Il riferimento è alle parole pronunciate dal Papa in occasione del Giubileo dei giovani, la scorsa settimana.

"Non dobbiamo mai consentire che la compassione per una persona arrivi al costo della giustizia per un'altra. Tutte le persone che soffrono meritano preghiere, ma non tutte le sofferenze sono causate dalle stesse mani, e neanche tutti i conflitti devono essere descritti negli stessi termini", ha aggiunto Weisz, denunciando che "in un momento in cui una volta di nuovo si diffonde l'antisemitismo, nelle strade delle capitali occidentali, nelle università, e tragicamente anche in alcune chiese, la chiarezza morale è più essenziale che mai. L'assenza di empatia per le vittime israeliane, in modo particolare per quelle ancora sequestrate, invia un messaggio doloroso e rischia di danneggiare il percorso di riconciliazione fatto dalla Nostra Aetate", ha concluso Weisz, riferendosi alla dichiarazione di cui ricorre il 60esimo anniversario che respinge la nozione di una colpa collettiva degli ebrei per la crocifissione di Gesù e chiede il dialogo fra le fedi.

 

ISRAELE: RABBINO PENDEL, CHIEDIAMO AL GOVERNO DI ANNETTERE LA STRISCIA DI GAZA

Gerusalemme, 11 ago - (Agenzia_Nova) - Il rabbino Rabbi David Pendel, direttore della scuola yeshiva per studenti ultraortodossi AfikeiDa'at, nella cittadina israeliana di Sderot, nota per combinare lo studio della Torah con il servizio militare nell'ambito del movimento religioso-sionista, ha chiesto al governo israeliano l'annessione della Striscia di Gaza e il ripristino degli insediamenti ebraici. Lo ha annunciato lo stesso Pendel con una lettera pubblica indirizzata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e pubblicata dal profilo X della radio delle Forze di difesa d'Israele (Idf). "La vittoria nella campagna di Gaza non si esaurisce con la distruzione delle capacità terroristiche e la restituzione degli ostaggi", ha commentato Pendel aggiungendo che "l'obiettivo sostanziale di lungo termine deve essere l'occupazione completa della Striscia, la promozione dell'immigrazione 'nemica' e il ripristino degli insediamenti ebraici". Il leader religioso ha poi invitato l'esecutivo israeliano a ripensare la propria "percezione politica" nei confronti di Gaza. "Chiediamo che il primo ministro e i ministri del gabinetto cambino la percezione politica nei confronti della Striscia e la considerino parte inseparabile dello Stato di Israele", ha osservato Pendel.

 

Infine, il capo religioso ha enfatizzato quanto importante sia per la futura sicurezza di Israele ottenere un controllo completo sull'enclave palestinese, eliminando il movimento islamista palestinese Hamas. "Gaza è una parte inscindibile della terra d'Israele. Rinunciarvi sarebbe un disastro morale, di sicurezza e nazionale" ha spiegato Pendel precisando che "solo un attacco frontale ad Hamas può costituire per Israele il vero deterrente per annullare la presenza di un'entità' ostile vicina ai propri confini".

 

 

GLI EBREI AMERICANI DONANO 25MILA DOLLARI ALLA CHIESA DI GAZA

La donazione dell'Ajc tramite il cardianle di New York, Dolan (ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 06 AGO - L'American Jewish Committee, l'organizzazione globale di difesa dei diritti del popolo ebraico, con tradizionali buoni rapporti in Vaticano, ha annunciato nei giorni scorsi una donazione di 25mila dollari al fondo umanitario per la riabilitazione della Chiesa della Sacra Famiglia e della comunità di Gaza.

La donazione sarà devoluta all'Arcidiocesi di New York per facilitare la distribuzione dei fondi dedicati.

"Siamo profondamente addolorati per le morti, i feriti e i danni strutturali alla Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza e siamo solidali con i nostri fratelli e sorelle cattolici", ha dichiarato il Ceo dell'AJC, Ted Deutch. "Preghiamo per la piena guarigione dei feriti e per la sicurezza di tutte le persone colpite dalla devastazione della guerra", ha aggiunto.

La chiesa cattolica di Gaza ha subito danni strutturali e tre morti oltre a numerosi feriti il 17 luglio 2025. Secondo un'inchiesta dell'Idf "la chiesa è stata colpita accidentalmente a causa di una deviazione involontaria di munizioni".

 

"Sulla scia di questa tragedia, vogliamo essere al fianco dei partner cattolici che sono stati al fianco del popolo ebraico nei momenti di bisogno. Insieme, come cristiani ed ebrei, possiamo affermare la comune umanità di tutti", ha affermato il rabbino Noam Marans, direttore degli Affari Interreligiosi dell'Ajc.

L'Ajc, si legge anche sul sito dell'organizzazione ebraica, "è grata al nostro caro amico arcivescovo di New York, il Cardinale Timothy Dolan, all'Arcidiocesi di New York e alla Catholic Near East Welfare Association per il loro aiuto nel consentire all'AJC di fare ciò che è giusto e coerente con i valori ebraici. L'arcidiocesi di New York faceva parte di una coalizione interreligiosa che ha fornito fondi per aiutare a ricostruire una casa danneggiata il 7 ottobre 2023 nel Kibbutz Kfar Aza".

 

"Apprezziamo l'espressione di conforto e sostegno dell'Ajc – ha detto da parte sua lo stesso card. Dolan - e siamo grati per l'opportunità di fare del bene insieme, come ebrei e cattolici, in questo modo, per portare un po' di luce nell'oscurità della guerra".

 

ISRAELE: COMANDANTE CENTCOM KURILLA IN VISITA AL MURO DEL PIANTO A GERUSALEMME

Gerusalemme, 01 ago - (Agenzia_Nova) - Il generale Erik Kurilla, a capo del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), ha fatto visita, questa mattina, al muro del pianto a Gerusalemme, in Israele, accolto dal rabbino Shmuel Rabinowitz e dal direttore generale della Western Wall

Heritage Foundation, Mordechai Eliav. Lo riferisce il sito web israeliano "Jewish Daily News", secondo cui Rabinowitz e Eliav hanno ringraziato Kurilla per la sua "ferma e determinata posizione a favore dello Stato di Israele", illustrando al generale "l'importanza che questo luogo riveste come centro di preghiera e speranza, in particolare nei giorni difficili che lo Stato ebraico sta vivendo oggi".

Durante la visita, i due hanno pregato insieme "per il successo degli eserciti israeliano e statunitense, per la sicurezza dei soldati e delle forze di sicurezza e per il ritorno degli ostaggi detenuti dal movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza".

 

Rassegna stampa – Shoah a cura di redazione ETICA A. c., 14 agosto 2025

RAI: LE RAGAZZE, DONNE DI GENERAZIONI DIVERSE SI RACCONTANO

(ANSA) - ROMA, 06 AGO - Donne di generazioni diverse raccontano la loro vita: hanno avuto vent'anni negli anni '40, '50, '60, '70, '80 o '90. Sono diventate famose o sono donne sconosciute, le loro storie si intrecciano e ci raccontano una storia più ampia, quella di tutti noi, dagli anni '40 a oggi.

Domani alle 21.20 su Rai Premium (canale 25 del digitale terrestre) nuovo appuntamento con "Le Ragazze", il programma di Rai Cultura condotto da Francesca Fialdini.

Ad aprire la prima puntata sarà la decana Marisa Mariotti, nata il 14 marzo 1934 a Cintolese, una piccola frazione di Monsummano Terme in provincia di Pistoia, a pochi passi dal padule di Fucecchio, la più estesa palude interna italiana, teatro nel 1944 di un eccidio nazista in cui furono trucidati 174 civili. La famiglia vive in campagna in condizioni molto precarie. Fin da piccola Marisa è impegnata con tutta la famiglia nella raccolta del sarello, un'erba che cresce spontanea nella palude e che, una volta essiccata, viene intrecciata per fare i rivestimenti delle damigiane. Quando negli anni '50 la plastica sostituisce il vetro e la vendita delle damigiane cala sensibilmente, la madre di Marisa decide di cambiare lavoro e si lancia nel settore turistico: ogni anno gestisce a Viareggio una pensione diversa durante la stagione estiva. Per la giovane Marisa seguire la madre in Versilia è una palestra per il lavoro che anche lei farà tutta la vita: l'albergatrice. Nel frattempo, sposa Aldo, un ragazzo che conosce dall'infanzia, e si trasferisce a Montecatini Terme. Sono gli anni del boom economico e Marisa capisce che il settore turistico è in forte crescita, così nel 1967 apre un albergo a conduzione familiare. Sono gli anni d'oro di Montecatini, meta delle vacanze di milioni di italiani oltre che di celebrità dello spettacolo e del jet set internazionale. Marisa si butta a capofitto nella nuova attività occupandosi di tutto, mentre il marito segue la contabilità.

 

 

 Sarà poi la volta di due Ragazze degli anni '60. Ida Montanari nasce a Roma il 23 febbraio 1945, padre intellettuale ed esperto d'arte, madre sarta. Dopo la licenza media lascia la scuola e inizia a lavorare. Frequenta un corso per truccatori, ottiene il suo primo contratto di lavoro in Rai nel 1966. Il suo primo lavoro è per lo sceneggiato "Il Conte di Montecristo". Due anni più tardi le si presenta l'occasione della vita: truccare il grande trasformista Alighiero Noschese di cui diventa truccatrice personale: un sodalizio che durerà per oltre dieci anni. Nel 1994 lascia la Rai con un tributo in diretta da parte di Fabrizio Frizzi durante una puntata di "Scommettiamo Che?". Fonda un'agenzia e un'accademia per truccatori, che ha formato e lanciato decine di giovani nel mondo dello spettacolo.

La sua storia si intreccia con quella di Felice Antonini, nata a Riano, in provincia di Roma, il 29 gennaio 1944, mentre in casa i suoi genitori stanno nascondendo il rabbino Marco Vivanti e la sua famiglia, salvati dalla deportazione nazista. Felice cresce con questo loro esempio di altruismo e sacrificio. Per aiutare economicamente la famiglia inizia a lavorare fin dall'età di dieci anni. A quattordici viene assunta come operaia in un'industria tessile e come altre sue colleghe subisce dispetti e angherie da parte di un caporeparto maschilista. Nel 1971 quando la fabbrica chiude, Felice resta senza lavoro, ma grazie a un imprenditore ebreo, che conosceva la storia dei suoi genitori, riesce a trovare un impiego da commessa in un negozio di tessuti orientali nel centro di Roma. Nella capitale Felice vive una seconda giovinezza: comincia a studiare il francese e viaggia alla scoperta del mondo. Non si sposerà mai ma coltiverà un grande amore, quello per la vita.

 

Rassegna stampa – antisemitismo, a cura di Redazione ETICA A.c., 14 agosto 2025

 

GAZA: NETANYAHU, "ISRAELE IN PRIMA LINEA CONTRO LA BARBARIE, PROPAGANDA DI HAMAS ACCOLTA NEI CAMPUS USA"

Gerusalemme, 13 ago - (Agenzia_Nova) - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato il ruolo di Israele nella lotta contro "la barbarie" e "la ferocia", denunciando al contempo quella che definisce "la propaganda di Hamas" accolta da parte di movimenti pro-palestinesi in diversi campus universitari statunitensi. Intervenendo a un evento del network statunitense "Newsmax" a Gerusalemme, Netanyahu ha affermato che "alcuni sono caduti vittime delle menzogne di Hamas e le hanno seguite, abboccando completamente", sottolineando come, nonostante le "azioni terroristiche" del movimento palestinese, "molti studenti negli Stati Uniti si schierano con Hamas". Il premier ha ringraziato il presidente Usa Donald Trump per il sostegno e ha ribadito che "la maggior parte degli americani riconosce che Israele difende gli stessi valori dell'America" e che "stiamo combattendo i barbari alle porte". Netanyahu ha poi fatto riferimento all'attacco dello scorso mese nella città siriana di Suwayda, roccaforte della comunità drusa, denunciando "atrocità" contro civili, inclusi omicidi, stupri e torture, attribuiti a "fanatici" non meglio precisati. Descrivendo le immagini di un video diffuso online, ha parlato di "atti di inaudita crudeltà" compiuti contro un ferito, affermando che tali episodi mostrano "la barbarie contro cui Israele combatte a nome della civiltà occidentale". Il primo ministro ha concluso chiedendo di "mobilitare tutte le forze che vogliono difendere la nostra civiltà comune contro la distorsione della verità che minaccia il nostro futuro".

 

SPAGNA: LEADER PODEMOS BELARRA, UN ONORE ESSERE ACCUSATA DI ANTISEMITISMO

Madrid, 14 ago - (Agenzia_Nova) - La segretaria generale di Unidas Podemos, Ione Belarra, ha definito "un onore" essere additata dagli Stati Uniti per istigazione antisemita. "È un onore essere additati dagli Stati Uniti, il principale Paese responsabile insieme a Israele del genocidio contro il popolo palestinese e della promozione violenta di regimi antidemocratici in tutto il mondo", ha scritto l'ex ministra dei Diritti sociali spagnola in un messaggio su X. Il dipartimento di Stato Usa, nel rapporto annuale sui diritti umani pubblicato martedì scorso, ha denunciato che il 3 giugno 2024 Belarra aveva organizzato alla Camera bassa un evento intitolato "Difesa della Palestina e criminalizzazione in Europa", durante il quale – secondo Washington - gli oratori invitati "hanno glorificato l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele" e affermato che Israele "non ha diritto di esistere".

All'iniziativa, ospitata al Congresso dei deputati, avevano preso parte due attivisti filopalestinesi.

 

REGNO UNITO: RAPPORTO USA SU DIRITTI UMANI, SITUAZIONE PEGGIORATA NEL 2024

Washington, 13 ago - (Agenzia_Nova) - La situazione dei diritti umani nel Regno Unito è "peggiorata" nel 2024. Lo si legge nel "Country reports on human rights practices" pubblicato martedì 12 agosto dal Dipartimento di Stato Usa, secondo cui nel Paese si registrano "significative questioni in materia di diritti umani", tra cui "rapporti credibili su restrizioni significative alla libertà di espressione" e "crimini, violenze o minacce di violenza motivati da antisemitismo" in seguito all'attacco del movimento islamista palestinese Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. Il documento, che analizza i "diritti individuali, civili, politici e dei lavoratori sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e da altri accordi internazionali", rileva che pur garantendo in linea generale la libertà di parola, nel Regno Unito esistono "aree specifiche di preoccupazione" legate a "restrizioni al discorso politico considerato 'offensivo' o 'di odio'".

 

USA: TRUMP VUOLE CONTROLLO SU MUSEI SMITHSONIAN, 'PER RISTABILIRE VERITÀ STORICA'

Washington, 13 ago. (Adnkronos) - Donald Trump apre un altro fronte della sua guerra culturale per imporre la sua visione della storia e della società americana, e questa volta prende di mira lo Smithsonian, il complesso museale che comprende 21 musei, 14 centri di ricerca e il National Zoo. In una lettera inviata dalla Casa Bianca ai vertici dell'istituzione di fama mondiale, che è un'entità indipendente ma riceve consistenti finanziamenti federali, si afferma che verrà avviata un’approfondita revisione delle mostre, collezioni e iniziative in corso e in vista del 250esimo anniversario della nascita dello Smithsonian, una revisione orientata all'ordine esecutivo firmato da Trump per "ristabilire verità e sanità nella storia americana".

"Questa iniziativa è tesa ad assicurare l'allineamento con la direttiva di celebrare l'eccezionalità americano, rimuovere narrative divisive e di parte e ristabilire la fiducia nelle nostre condivise istituzioni culturali", si legge nella lettera inviata ieri a Lonnie Bunch, storico, che è il primo afroamericano nominato alla guida dello Smithsonian.

Come è stato fatto con le università accusate di antisemitismo, nella lettera vengono imposti ultimatum, 30 giorni, per fornire le informazioni riguardo alle mostre e iniziative, ed in tutto 120 per "applicare le correzioni necessarie, sostituire linguaggio divisivo o ideologico con descrizioni storicamente accurate e costruttive da didascalie, pareti didattiche, schede digitali e altro materiale destinato al pubblico". A sottolineare come la mossa rientri nella guerra culturale dichiarata a quella che la destra americana definisce l'ideologia woke, e in particolare la critical race theory che studia il razzismo sistemico nella società americana, tra i primi otto musei che saranno sottoposti alla revisioni vi sono, oltre museo nazionale di storia americano, quello della storia e cultura afroamericana e quello degli indiami americani. In una seconda fase, precisa la lettera, verrà avviata la revisione, che prevede anche "visite di controllo" per assicurare che i musei rappresentino "l'unità, il progresso e i valori duraturi che definiscono la storia americana, anche per gli altri musei e istituti del sistema.

Dopo che la Casa Bianca ha pubblicato il testo della lettera, un portavoce dello Smithsonian ha affermato "il profondo impegno per l'eccellenza accademica, la ricerca rigorosa e la presentazione accurata e basata sui fatti della storia". "Analizzeremo la lettera con questo impegno in mente e continueremo a collaborare in modo costruttivo con la Casa Bianca, il Congresso e il nostro Board", ha concluso.

La mossa della Casa Bianca arriva dopo che nei mesi scorsi si sono già registrate tensioni tra la Casa Bianca e l'istituzione, in particolare per il tentativo di Trump di licenziare la direttrice della National Portrait Gallery, Kim Sajet accusata di essere "fortemente di parte e grande sostenitrice dei Dei", gli odiati programmi per tutelare diversità e inclusione. Il Board replicò ricordando che solo il segretario dello Smithsonian può assumere e licenziare, ma alla fine Sajet ha lasciato l'incarico volontariamente. E il Board a giugno aveva già ordinato a Bunch di avviare una revisione, anche per quanto riguarda i vertici dei musei, per garantire "contenuti non di parte" e riferire di "eventuali cambiamenti di personale necessari".

 

FDI: GDF INDAGHI SU COPIE CORANO SPEDITE GRATUITAMENTE A DOMICILIO

(9Colonne) Roma, 13 ago - "Apprendiamo dalla stampa notizie preoccupanti che riguardano l'islamizzazione in Europa e, in particolare, in Italia. Migliaia di copie del Corano tradotte in italiano spedite ad altrettante migliaia di persone che ne fanno richiesta. Il caso riguarda Hamza Roberto Piccardo, uno dei fondatori dell'Ucoii, che ha rilanciato questa iniziativa dalla pagina social del Centro Culturale Islamico di Genova, quello che fa riferimento anche a Mohamed Hannoun, uomo ritenuto vicino ad Hamas. Le copie verrebbero inviate gratuitamente, in cambio di una donazione. Sappiamo quanto sia costoso produrre libri e spedirli: come fa, quindi, un libro che ha numeri da best seller a reggersi solo su piccoli contributi volontari? Chiediamo alla Guardia di Finanza di fare degli accertamenti in attesa di depositare un'interrogazione parlamentare a settembre". Lo dichiarano i senatori di Fratelli d'Italia Lucio Malan, Ester Mieli, Carmela Bucalo, Marco Scurria, Raffaele Speranzon, Giulio Terzi, membri della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza.


AMICI ISRAELE 'USO IMPROPRIO CELEBRAZIONI LIBERAZIONE FIRENZE'

(ANSA) - FIRENZE, 12 AGO - "Profonda preoccupazione per l'uso improprio delle celebrazioni cittadine dedicate alla Liberazione di Firenze, trasformate, come accade continuamente, nel megafono della causa palestinese" è stata espressa dall'associazione fiorentina Amici di Israele attraverso il suo presidente Kishore Bombaci.

"L'11 agosto è una giornata di memoria condivisa e di unità civile per la città di Firenze - dichiara Bombaci - ma è stata trasformata nell'ennesima occasione per fare propaganda spiccia su quando accade a Gaza. Oltre al fatto che la Liberazione di Firenze fu la sconfitta del nazifascismo e di tutte le ideologie di odio, ed è fuori luogo che sia stata oscurata e ridotta a palcoscenico dove mettere in scena l'odio contro il popolo israeliano". L'associazione sottolinea "il grande controsenso storico, in antitesi con i valori trasmessi dalla celebrazione, dati i legami diretti fra il nazismo e leader arabi della Palestina Mandataria che avevano come comun denominatore proprio l'antisemitismo". "Puntare sulla verità storica - prosegue Bombaci - non è solo sinonimo di onestà intellettuale. È un dovere delle istituzioni, a partire dal sindaco, il quale dovrebbe conoscere la storia e quindi impedire che eventi simbolo dell'antifascismo diventino strumento di una propaganda che legittima, seppure indirettamente, organizzazioni terroristiche". Amici di Israele chiede "quindi alle autorità cittadine uno sforzo maggiore per preservare la verità assicurando che ogni vittima della violenza e del terrorismo riceva pari rispetto e dignità, comprese le vittime israeliane del 7 ottobre e gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza".

 

USA: RAPPORTO DIRITTI UMANI, ITALIA SENZA VARIAZIONI, GOVERNO "CREDIBILE" IN CONTRASTO A VIOLAZIONI

Washington, 12 ago - (Agenzia_Nova) - La situazione dei diritti umani in Italia non ha subìto variazioni "significative" nel corso del 2024, e il governo ha adottato "misure credibili" per identificare e sanzionare i funzionari che hanno commesso eventuali abusi. Lo si legge nel "Country Reports on Human Rights Practices" pubblicato oggi dal Dipartimento di Stato Usa. Il documento, che sottolinea l'impegno dell'esecutivo nell'applicazione delle normative che tutelano le libertà fondamentali, passa in rassegna la casistica - ridotta - di possibili violazioni, soprattutto nel campo del diritto del lavoro. Più approfondito il capitolo riguardante la Protezione ai rifugiati: il governo, si legge nel testo, "ha collaborato con l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e altre organizzazioni umanitarie nel fornire protezione e assistenza ai rifugiati, ai rifugiati che ritornano o ai richiedenti asilo, nonché ad altre persone in situazioni di allarme". Al tempo stesso, il rapporto cita tra le altre cose, le denunce fatte da organizzazioni non governative e osservatori indipendenti circa "difficoltà'" nella concessione dell'asilo, tra cui "incoerenze nell'applicazione degli standard nei centri di accoglienza". Il documento cita inoltre il Rapporto annuale sull'antisemitismo in Italia, compilato dalla Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea, nel quale si descrive "il forte aumento (quasi il doppio) degli atti antisemiti, rispetto al 2023", anno in cui - a seguito dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, si era già registrato un incremento sostanziale delle denunce. "Sono stati segnalati commenti e azioni antisemite, tra cui violenza fisica contro gli ebrei, vandalismo contro affari e sinagoghe di proprietà ebraica e pubblicazione di materiale antisemita su Internet. La premier Giorgia Meloni ha affermato in più occasioni che l'antisemitismo è inaccettabile e non sarà tollerato".

 

STOP GENOCIDIO', LA CAMPAGNA DI 3 ASSOCIAZIONI EBRAICHE IN ITALIA

LABORATORIO ANTIRAZZISTA A 'DIRE': OCCIDENTE FERMI LA CATASTROFE

(DIRE) Roma, 12 ago. - "La campagna di distruzione di Israele a Gaza è arrivata a nuovi picchi di orrore: due milioni di persone che vivono a due ore di auto da Tel Aviv sono minacciate dalla morte per fame, e l'Occidente continua a offrire armi e copertura diplomatica. Spesso usando la retorica che accusare Israele dei crimini che sta commettendo sarebbe antisemitismo. Per questo come gruppi ebraici abbiamo voluto dire forte e chiaro che è urgente opporre la massima pressione possibile per fermare Israele". Lo dichiara all'agenzia Dire il Laboratorio ebraico antirazzista (L3a), tra le tre realtà di cittadini ebrei ed ebree in Italia - Tikkun e Indifferenti Mai - che hanno deciso di fare squadra e lanciare oggi la campagna 'Voci ebraiche dicono stop al genocidio - Israele distrugge e affama Gaza. Il sostegno europeo deve cessare'.

La relativa locandina con le scritte gialle e bianche su campo rosso ha anche occupato un'intera pagina dell'edizione odierna del quotidiano Il Manifesto.

L'iniziativa cade mentre a Gaza, come ogni giorno dal 7 ottobre 2023, si fa la conta di morti e feriti: 89 le vittime nelle ultime 24 ore, 67 dall'alba, come riferisce il ministero della Sanità della Striscia. Trentuno sono rimasti uccisi nel tentativo di andare a ritirare gli aiuti presso i centri di distribuzione israelo-statunitensi. Oltre 500 persone sono ferite. Questo mentre continuano ad arrivare condanne per il "piano di occupazione" della Striscia annunciato dal premier Benjamin Netanyahu, che nei fatti sarebbe un piano di annessione: l'ultima arriva dall'Arabia Saudita, che ha denunciato pulizia etnica e il crimine di affamamento che il governo di Tel Aviv starebbe portando a termine a Gaza A questo si aggiunge nelle ultime ore un "appello urgente" a Israele ad aprire all'ingresso degli aiuti umanitari da Regno Unito, Canada, Australia, Giappone e 23 Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia. Mancano però le firme di Germania e Ungheria.

La Hind Rajab Foundation e il Palestinian Centre for Human Rights hanno invece annunciato che presenteranno un esposto alla Corte penale internazionale, all'indomani del raid condotto da Israele su una tenda di giornalisti a Gaza, in cui sono morti sei operatori dell'informazione.

Con la Dire, il Laboratorio ebraico antirazzista prosegue: "Noi tre associazioni abbiamo identità diverse, ma siamo unite nel denunciare e chiedere di fermare il genocidio a Gaza, oltre che nel sollecitare la fine del sostegno - da parte delle istituzioni e anche delle aziende italiane ed europee - a questa situazione catastrofica".

La campagna, che sarà diffusa online, tramite i media e i social network, ha già ricevuto il sostegno di Assopace Palestina. Ancora alla Dire la sua presidente Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo, commenta: "Questa presa di posizione di ebrei italiani ed europei è di straordinaria importanza. I tre movimenti L3a, Tikkun e Mai indifferenti, pur avendo analisi diverse sullo Stato di Israele, hanno trovato l'unità e una voce unica per dire 'fermate il genocidio, basta fame e distruzione per Gaza'. Dobbiamo continuare insieme per la fine dell'occupazione militare, dell'apartheid affinché dal fiume al mare tutti e tutte siano liberi e uguali", conclude.

 

EBREI AGGREDITI A VENEZIA, ROJC 'NO A SILENZIO SU ANTISEMITISMO'

'Netanyahu niente a che fare con chi aizza cane contro turisti'.

(ANSA) - TRIESTE, 11 AGO - "Non possono passare sotto silenzio questi episodi di schietto razzismo antisemita.

Venezia, primo ghetto d'Europa e uno dei luoghi della cultura ebraica d'Italia, non può diventare un posto in cui persone vengono aggredite perché portano i segni della loro religione.

Spero si colga la gravità di quanto accaduto, che nei fatti di Palestina non trova nessuna ragione o scusa. C'è un seme che aspetta solo di trovare terreno fertile e di essere innaffiato per attecchire e germogliare ancora". La senatrice Tatjana Rojc (Pd) condanna l'aggressione contro due turisti americani di religione ebraica, avvenuta ieri notte a Venezia, nella zona di Rialto.

Per Rojc, "la condanna del perverso piano per Gaza del governo Netanyahu, la mobilitazione di una parte della società civile israeliana con in testa le famiglie degli ostaggi, gli sforzi per fermare la strage nella Striscia, tutto ciò non ha niente a che fare con chi aizza un cane contro una coppia di turisti. Attenzione - conclude la senatrice - perché si comincia con gli ebrei".

 

GB: 600MILA PERSONE ADERISCONO IN POCHI GIORNI A LISTE PER IL NEWPARTY DI CORBYN E SULTANA

I due parlamentari indipendenti, ex membri del Partito Laburista, progettano un partito alternativo Londra, 7 ago. (Adnkronos).

Un nuovo partito all'orizzonte nel Parlamento inglese? A fine luglio Jeremy Corbyn e Zarah Sultana, parlamentari indipendenti ed ex membri del Partito Laburista britannico, hanno annunciato il progetto di creare un nuovo partito di sinistra, alternativo ai laburisti, e invitato i possibili elettori a iscriversi al sito yourparty.uk. In pochi giorni sono arrivate 600mila adesioni. Ne dà notizia l'agenzia internazionale Pressenza, che ricorda come non sia la prima volta che Corbyn suscita una simile risposta. Tra il '15 e il '20, quando era leader del Partito Laburista, c'è stato un enorme aumento del numero di iscritti, soprattutto giovani, in un'atmosfera di rinnovamento e fervore che non si vedeva da tempo, tanto che alle elezioni del '17 i laburisti ottennero quasi 13 milioni di voti.

Corbyn ha dovuto però affrontare "un'aspra battaglia interna scatenata dall'ala destra del partito, che non gli ha mai perdonato le sue posizioni 'troppo' a sinistra", sostengono i commentatori inglesi. A cui si è aggiunta una campagna di "degradazione, manipolazione e calunnie da parte di molti media": l'accusa di antisemitismo ha poi assunto un ruolo centrale, tanto che nel 2020 Corbyn è stato sospeso dal partito e nel '24 perfino espulso. Fatto che non gli ha impedito di ottenere una vittoria schiacciante nel suo storico collegio di Islington North, che nel '24 lo ha eletto come indipendente.

Obiettivo di Corbyn e Sultana è "costruire una vera alternativa alla povertà, alla disuguaglianza e alla guerra", un nuovo tipo di partito politico, legato alle comunità, ai sindacati e ai movimenti sociali.

L'appuntamento è stato fissato in settembre, quando si terrà una conferenza inaugurale per definire nome e proposte del neo partito.

Punti chiave saranno la ridistribuzione della ricchezza e maggiori tasse per i ricchi, servizio sanitario nazionale libero dalla privatizzazione, nazionalizzazione di energia, acqua, ferrovie e poste, opposizione ai giganti dei combustibili fossili, fine della complicità con il genocidio a Gaza e giustizia per il popolo palestinese. Una prospettiva contrapposta a quella indicata dalle scelte del governo Starmer.

Una politica aperta alla speranza, che non deve suscitare paure. Corbyn denuncia il fallimento laburista, dopo le speranze suscitate         dalla vittoria elettorale dell'anno scorso, ma sottolinea anche "la risposta di sindacati e attivisti antirazzisti, pacifisti e ambientalisti e soprattutto "il bisogno di "una visione politica guidata dalla speranza e non dalla paura".

A questo proposito ricorda che migranti e minoranze non sono i responsabili degli attuali problemi sociali, come il governo Starmer e il partito razzista ReformUk vogliono far credere. Questi problemi sono invece "causati da un sistema economico e politico che protegge gli interessi di miliardari e grandi aziende a scapito della maggioranza della popolazione".

Come difensore della pace e del disarmo, Corbyn è stato presente a Hiroshima e Nagasaki per l'ottantesimo anniversario della loro distruzione a causa dell'atomica sganciata dagli Stati Uniti. "Siamo tutti esseri umani in un solo pianeta e dobbiamo costruire un futuro di pace per tutti" ha scritto quindi sulla sua pagina Facebook. Sottolineando quali dovrebbero essere, a suo avviso, i temi fondamentali: pace, disarmo, diritti umani e ambiente.

Rassegna stampa – Shoah, a cura di Redazione ETICA A.c.

 

IL SANTO DEL GIORNO: 9 AGOSTO - EDITH STEIN

Roma, 9 ago. - (Adnkronos) - Edith è un'ebrea, nata a Breslavia nel 1891. Da giovane si professa atea. È allieva e poi assistente di Husserl all'università di Gottinga. È autrice di opere di ampio respiro, traduttrice di san Tommaso e docente nell'Istituto di Pedagogia di Munster.

Colpita dall'autobiografia di Teresa d'Avila, chiede il battesimo nel 1922, quindi si dedica all'insegnamento nel liceo delle domenicane di Spira. Il regime nazista la sospende dall'insegnamento perché ebrea. Con l'acuirsi delle persecuzioni razziali, i superiori la trasferiscono nel convento di Echt in Olanda.

Nell'agosto del 1942 la Gestapo preleva lei e la sorella Rosa, terziaria carmelitana, e le porta ad Auschwitz. È la prima ebrea elevata agli onori degli altari, oltre le donne del Vangelo, da papa Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998.

 

ISRAELE: ARRESTATO EBREO PER SCRITTA "C'È UN OLOCAUSTO A GAZA"

TEL AVIV (ISRAELE) (ITALPRESS) - La polizia israeliana ha arrestato un ventenne ebreo che aveva scritto con lo spray "C'è un Olocausto a Gaza" sul Muro occidentale a Gerusalemme. Lo riportano i media locali. Il giovane ha confessato durante l'interrogatorio di aver commesso i reati contestati anche sul muro della Grande Sinagoga di Gerusalemme. Nel prosieguo delle indagini è emerso che, la settimana scorsa, era stato arrestato nell'area di Tel Aviv per aver imbrattato con graffiti la foto di un soldato caduto durante la guerra. È stato rilasciato con misure restrittive. L'episodio è stato condannato da diversi esponenti politici. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich che ha scritto su X che "hanno dimenticato cosa significa essere ebrei". Il presidente di Blu e Bianco, Benny Gantz, ha scritto che si è trattato di "un crimine contro l'intero popolo di Israele". Infine, il ministro della Difesa Katz ha dichiarato: "La profanazione del Muro Occidentale, uno dei luoghi più sacri per il popolo ebraico, è un atto vile e un superamento di una linea rossa inaccettabile. Offendere i luoghi santi significa colpire tutto il popolo ebraico. Sono certo che le autorità preposte all'applicazione della legge individueranno il responsabile e lo puniranno con la massima severità".